Malgrado il rimbalzo deciso delle Borse e il clima più sereno rispetto a fine 2018, il primo trimestre del 2019 non è stato per nulla positivo per i fondi quotati in Europa. Gli ETF hanno infatti registrato una fuoriuscita pari a 58,3 miliardi di euro. C’era da aspettarsi piuttosto un incremento della raccolta netta.
Secondo il report di Refinitiv i flussi sono calati perché sfavoriti dalle paure di una disputa commerciale a tutto campo tra Stati Uniti e Cina, che è poi soprattutto una guerra tecnologica, e dalle ipotesi di un riacuirsi della crisi dell’euro. Si teme anche la normalizzazione delle politiche monetarie, in primis negli Stati Uniti, dove la Fed ha per la verità messo in stand-by il ciclo di rialzo dei tassi. Tutto ciò in concomitanza con un rallentamento generale dell’economia globale.
Gli Exchange traded funds (ETF) esistono da meno di trent’anni, ma con il loro arrivo hanno trasformato drasticamente l’industria degli investimenti, diventando una colonna portante dei portafogli che i consulenti finanziari modellano per i propri clienti.
Le strategie dei 19 principali consulenti finanziari Usa
Barron’s ha riunito 19 dei principali consulenti finanziari degli Stati Uniti a New York e ha chiesto loro come si servono degli ETF. La discussione, avvenuta la settimana scorsa, ha generato a una serie di risposte affascinanti e dettagliate.
Un aspetto sul quale gli advisor concordano è il fatto che gli ETF non sono una strategia, bensì uno strumento di investimento, seppur potente. Tanto potente da aver rivoluzionato il modo con cui operano le società di asset management e i protagonisti della consulenza finanziaria.
Secondo Dan Ludwin di Salomon & Ludwin usare gli ETF permette a lui e al suo partner Dalal Salomon di aumentare la base clienti e il numero di asset in gestione (AUM) più facilmente. “Possiamo passare da una gestione di 1 miliardo di dollari a una di 3 miliardi senza triplicare la mole della nostra società”.
“Ci permette di pensare non solo agli investimenti ma anche ai clienti specifici e andare incontro ai loro bisogni”, personalizzando quindi l’offerta, “piuttosto che assumere o licenziare questo o quel manager”.
Segment Wealth Management si affida agli ETF per circa il 50% del suo business e il suo presidente Gil Baumgarten ha sottolineato che integra gli ETF nelle strategie di gestione attiva del gruppo.