Alla fine quello di Donald Trump non era un bluff: il nuovo round di dazi su 200 miliardi di dollari di esportazioni cinesi si è materializzato sul serio e i mercati, che scontavano una tregua prolungata, hanno reagito male.
Secondo Nitesh Shah, director of Research di WisdomTree, l’escalation farà inevitabilmente scattare una caccia agli asset difensivi. “La Cina è pronta a reagire” e dunque la guerra commerciale si rinfiamma”. Essa secondo il manager “minaccia di annullare il rally ciclico che ha avuto luogo nei primi quattro mesi di quest’anno”.
Questa settimana l’indice S&P 500 è sceso del 2,5%, l’S&P China 500 è sceso del 7,6% mentre il Bloomberg Commodity Industrial metals è sceso del 2,4%. L’unico a salire è stato l’oro, salito di 0,4% nella scorsa settimana, fedele al suo ruolo di bene rifugio sicuro“.
In assenza di notizie positive l’oro risponderà positivamente
Non siamo tuttavia a un punto di non ritorno, secondo Shah. Oggi a Washington si incontrano le delegazioni dei due paesi e “sarà una giornata fitta di negoziati”. “Con l’atmosfera inasprita dall’aumento delle tariffe, le possibilità di un allentamento del protezionismo commerciale stanno diventando sempre più scarse”.
Per un presidente degli Stati Uniti che “misura il suo successo attraverso l’andamento dei mercati azionari, questa è una settimana particolarmente negativa. Magari Trump ammorbidirà la sua posizione intimidendo i falchi cinesi che lo circondano, qualora utilizzasse ancora i mercati azionari come indicatore di popolarità”.
Dopo le negoziazioni odierne si otterrà maggiore chiarezza sull’agenda per le discussioni future, “ma in assenza di notizie positive, ci aspettiamo che i ciclici continuino ad avere una brutta giornata. Gli asset difensivi come l’oro continueranno probabilmente a rispondere positivamente a questo shock”.