(WSI) – L’acrilamide è una sostanza chimica prodotta dai cibi ricchi di carboidrati, quali “french fries” o “potato chips” – le famose “patatine fritte” – quando vengono scaldati a elevate temperature. Fu scoperta nel 2002 da alcuni ricercatori svedesi e, ad alti dosaggi, è causa di cancro e danneggiamenti agli organi riproduttivi. Scienziati inglesi, svizzeri e giapponesi sono giunti alla medesima conclusione. L’FDA assieme all’WHO – l’Organizzazione Mondiale della Salute (World Health Organization) – guarda tale sostanza chimica, l’acrilamide, con particolare “preoccupazione”.
Senza sorprese, l’acrilamide è stata trovata in gran quantità sia nei punti vendita McDonalds che Burger King; tale sostanza chimica si sviluppa quando l’alimento si cucina su entrambi i lati a elevate temperature, naturalmente finchè non raggiunga quel tanto desiderato “effetto croccante”.
Il problema è che più è alta la temperatura, più l’alimento diventa croccante e più acrilamide si sviluppa. Secondo un articolo pubblicato sul quotidiano inglese The Guardian: ”gli americani oggigiorno mangiano in media più di 13 kg di fritto per anno e… 35 microgrammi di acrilamide per giorno! – percentuale di molto superiore del livello che l’Organizzazione Mondiale della Sanità giudica sicuro. Questi risultati, e l’azione legale in corso cerca di pubblicizzarli al meglio, hanno preoccupato i giganti del fast-food tanto da far calare le vendite dei loro prodotti.
In quale modo possono le nuove scoperte influenzare i consumatori? Perchè nessun governo o agenzia di stato cerca di ritirare le tanto amate “french fries” dagli scaffali, se sono così dannose? Tutti sono d’accordo su una cosa: gli americani dovrebbero perlomeno essere informati sui rischi che corrono.
La “Proposta 65” approvata in California incentivò l’uso di etichette per aiutare i consumatori nella scelta dei prodotti da acquistare. Queste etichette fanno in modo che gli acquirenti siano al corrente dei componenti chimici dei singoli prodotti alimentari e sappiano che possono causare cancro, deformazioni natali o nuocere in altro modo. Sfortunatamente per i consumatori, però, non esiste nessuna concreta imposizione per l’efficacia di tali regole.
Un portavoce dell’ufficio del Dipartimento sul Rischio della Salute Ambientale della California (OEHHA), Alan Hirsch, afferma che l’acrilamide è stata inserita nell’elenco della Proposta 65 fin dal 1990, per i pericoli associati agli usi di altri prodotti chimici, ma la sua presenza nel cibo è nota solo da un paio d’anni. Aggiunge, inoltre, che sebbene sia richiesto che i prodotti chimici vengano elencati nelle etichette da apporre sugli alimenti, ciò non viene garantito.
Ecco perchè sia McDondald’s che Burger King sono stati citati in giudizio. “Sebbene ci sia la responsabilità individuale di avere elementi chimici dannosi nella lista”, sostiene Hirsch, la Proposta 65 concede a qualsiasi altro membro dell’organizzazione di imporre un’ avvertimento se nessun altro lo propone”. Se i venditori delle patatine più vendute al mondo perdessero potere sul mercato, come molti sospetti dimostrano, saranno obbligati dalla legge ad apporre l’avvertenza di pericolo dell’acrilamide nei loro ristoranti della California, se non addirittura sulle singole confezioni. E visto che i ristoranti fast-food fanno il 60% dei loro affari con la vendita diretta al pubblico senza indicazione dei contenuti dell’alimento, la soluzione che prevede l’etichettamento degli imballaggi sarà sicuramente preferita.
Raphael Metzger del Long Beach, il legale rappresentante del Consiglio per l’Educazione e la Ricerca sulle sostanze tossiche (CERT) nella Proposta 65, afferma che “bersagliando queste due compagnie, che rappresentano la più vasta fetta di mercato di distributori del fritto, il problema verrà arginato in larga parte dal rifornimento ai fast-food, nei cibi che hanno la più alta concentrazione di acrilamide”. Recentemente, Metger è in attesa del via libera dall’OEHHA per abbozzare un’etichetta che dia ai loro clienti le giuste informazioni sulle patatine e sui cibi fritti in generale.
Dal 17 al 20 Maggio 2004, l’Istituto Nazionale della Salute ha convocato uno speciale gruppo di esperti per studiare specificatamente i rischi dell’acrilamide sugli organi della riproduzione umani, trascurando i pericoli di insorgenza di cancro. Nonostante gli scienziati “indipendenti” trovarono che c’era una “minima preoccupazione” che i livelli di acrilamide potessero causare seri danni alla riproduzione umana, furono riscontrati in alcune cavie, esposte adelevati dosaggi di acrilamide, danni sullo sperma cromosomico che contaminava anche la fertilità della progenie.
“Ma”, come afferma il noto Simpson, “che ne sarà dei bambini?”. Nel 1996 l’Agenzia della Protezione Ambientale constatò che i bambini hanno tempi di reazione diversa dagli adulti nel metabolizzare e nel reagire agli stessi agenti chimici. In conformità a quanto dice il dottor Michael Shelby, direttore del Programma Nazionale di Tossicologia al Centro di Valutazione dei Rischi sulla Riproduzione Umana, i bambini hanno un livello di esposizione all’acrilamide 2-3 volte superiore rispetto agli adulti. Sfortunatamente per noi, nessuno ha ancora studiato gli effetti dell’acrilamide sui giovani, nonostante i bambini siano il target preferito dalle compagnie di fast-food!
Da quando gli studi svedesi rivelarono la loro scoperta, il Dipartimento sull’alimentazione e la droga, la cui attenzione si concentra su questa tematica, sta studiando gli effetti dell’acrilamide sia sui livelli di cancro che sulla riproduzione umana. Incomprensibilmente, l’agenzia deve ancora diffondere dati e avvertenze più specifiche sui “confusi” commenti che l’acrilamide nei cibi fritti rappresenti la “preoccupazione principale”. McDonald’s, rifiutandosi di rilasciare dichiarazioni, non esprime nessun commento nè sul caso in questione nè sugli studi che si sono sviluppati in seguito.
Fonte: http://www.alternet.org/story/18841
Tradotto da Marta Cerpelloni per Nuovi Mondi Media
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