Il titolo del colosso dei macchinari agricoli John Deere è in calo del 5,19% nel trading di venerdì e del 7,15% da inizio anno: un ribasso anticipato da una nota di JP Morgan che tre giorni prima aveva avvertito sul pesante impatto che potrebbero avere i nuovi dazi reciproci fra Usa e Cina sull’agricoltura e su John Deere.
Ann Duignan, analista di JP Morgan per la quale il titolo Deere è ora underweight, ha motivato la scelta scrivendo che i fondamentali di allarme nell’agricoltura statunitense si stanno “deteriorando rapidamente” per via dei dazi, dell’eccesso di produzione globale nel settore e per la debole domanda di soia in Cina (-27%).
Lunedì scorso il presidente Usa Donald Trump ha annunciato che l’amministrazione (consapevole del colpo che i dazi potrebbero dare all’agricoltura nell’area cruciale per i voti per il partito Repubblicano) potrebbe sussidiare il settore con 15 miliardi di dollari. “Prenderemo l’anno più favorevole, il più grande per gli acquisti fatti dalla Cina dai nostri agricoltori, che è di circa 15 miliardi, e faremo qualcosa di reciproco per i nostri agricoltori affinché possano cavarsela bene”, aveva detto Trump.
“Anche se gli aiuti fossero resi disponibili”, ha commentato Duignan, “verrebbero probabilmente determinati dalle colture raccolte”. A pesare sul settore, poi contribuiscono una serie di fattori tali da spingere JP Morgan a parlare di una “tempesta perfetta” composta da dazi, una produzione vicina al record dai produttori concorrenti in Brasile e Argentina e un dollaro forte che non aiuta la competitività internazionale dei prodotti agricoli.