Rischiano di salire alle stelle le tensioni tra Washington e Pechino, già impegnate in un braccio di ferro sui dazi. Dopo la messa al bando decisa la scorsa settimana dal presidente Usa Donald Trump nei confronti di Huawei, secondo anticipazioni riportate da Reuters, Google ha deciso di sospendere ogni attività portata avanti con il colosso tecnologico cinese, all’avanguardia nella realizzazione delle reti di nuova generazione 5G.
Nel dettaglio – spiega Reuters – gli smartphone e gli altri apparati Huawei venduti fuori dalla Cina dovrebbe perdere l’accesso agli aggiornamenti del sistema operativo di Google, Android. Non solo, dovrebbero perdere l’accesso anche ad alcuni dei popolarissimi servizi di Google come il Google Play Store, YouTube e il servizio di posta elettronica Gmail.
“Ci stiamo conformando all’ordine e stiamo valutando le ripercussioni. Per gli utenti dei nostri servizi, Google Play e le protezioni di sicurezza di Google Play Protect continueranno a funzionare sui dispositivi Huawei esistenti” ha affermato un portavoce della società Usa.
Non solo Google. Si sono adeguati alla linea dettata dall’amministrazione Trump e hanno tagliato i ponti con Huawei, congelando le forniture destinate al colosso tecnologico cinese, grandi player nel settore dei microchip tra cui Intel, Qualcomm, Xilinx e Broadcom. Lo riporta l’agenzia Bloomberg, che spiega come le varie società hanno già informato i propri dipendenti.
Tutto questo avviene mentre la Casa Bianca prepara una marcia indietro parziale e temporanea nella sua crociata contro Huawei per impedire lo stop delle reti di tlc nelle aree rurali degli Stati Uniti. Ma è pronta a vietare tutti i nuovi acquisti di chip e tecnologia made in Usa al colosso cinese delle tlc.
In questo contesto, martedì il Dipartimento del Commercio emanerà emanare un provvedimento sospensivo di novanta giorni per l’ordine di Trump, per “evitare l’interruzione dei servizi internet in network già esistenti”.
Al contempo, la compagnia asiatica non potrà acquistare tecnologie americane per le nuove forniture, come previsto nel provvedimento di ban firmato dal numero uno della Casa Bianca qualche giorno fa.