Economia

“Senza accordo Usa Cina recessione mondiale, ma tassi azzerati”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

Mentre i colloqui commerciali tra Usa e Cina sembrano finti in un pantano, gli analisti di Morgan Stanley avvertono che una chiusura dei negoziati e un passaggio alla fase 4 della guerra, che Pechino si aspetta per luglio, rischiano di spingere l’economia globale verso una recessione. In questo contesto, la Federal Reserve potrebbe ridurre i tassi di interesse negli Stati Uniti a zero entro la primavera del 2020.

È quanto scrivono gli analisti della banca d’affari in una nota ai clienti, in cui spiegano che un’escalation temporanea delle tensioni commerciali può essere sopportata senza molti danni, ma una rottura duratura causerebbe seri danni.

Ad oggi non sono stati programmati nuovi colloqui e le ultime dichiarazioni da parte di Pechino non lasciano intravedere un sblocco della situazione, almeno nell’immediato.

La risposta della Fed a un’economia globale in recessione

“Se i negoziati si fermano, non viene raggiunto alcun accordo e gli Stati Uniti impongono il 25% di dazi sui restanti circa $ 300 miliardi di importazioni dalla Cina, vedremo l’economia globale dirigersi verso la recessione”, hanno detto gli analisti della banca in una nota.

In risposta, la Fed ridurrebbe i tassi fino allo zero entro la primavera del 2020, mentre la Cina aumenterebbe il suo stimolo fiscale al 3,5% del PIL (equivalente a circa $ 500 miliardi) e il suo obiettivo di crescita del credito al 14-15% all’anno , hanno aggiunto. Una recessione globale è definita dalla crescita che scende sotto la soglia del 2,5% all’anno.

In uno scenario intermedio, ovvero quello in cui le tariffe del 25% su $ 200 miliardi di importazioni statunitensi dalla Cina rimarranno in vigore per 3-4 mesi, la crescita globale potrebbe rallentare di circa 50 punti base al 2,7% all’anno. In questo caso, la Fed avrebbe taglierebbe i tassi di 50 punti base per attutire il colpo, mentre Pechino aumenterebbe la sua espansione fiscale totale al 2,25% del PIL, pari a circa $ 320 miliardi.