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JP Morgan: mercati potrebbero salire di un altro 12% nel 2019

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Nonostante il nervosismo (in parte giustificato) dei mercati per via dell’escalation della guerra commerciale, secondo gli analisti di JP Morgan ci sono contro misure attendibili da prendere per prevenire grandi perdite e combattere la volatilità.

Il risultato immediato dell’escalation a colpi di dazi tra Cina e Stati Uniti è stata la peggiore settimana dell’anno per il paniere allargato della Borsa Usa. Ma in un report l’head of quantitative and derivatives strategy della banca Marko Kolanovic spiega perché, stando ai suoi calcoli, l’indice S&P 500 potrebbe guadagnare un altro 12% da qui alla fine dell’anno.

L’azionario americano scambia su livelli di circa il 3% inferiori a quelli a cui scambiava prima che Donald Trump scuotesse i mercati con un paio di tweet al fulmicotone il 5 maggio. Gli investitori hanno iniziato a domandarsi se non fosse forse il momento di vendere, con l’idea che forse i mercati avevano trovato la scusa perfetta per interrompere la fase rialzista di Wall Street lunga ormai dieci anni.

Scenario migliore: mercati Usa +12% da qui a fine anno

Lo scenario migliore per la guerra commerciale di Kolanovic, uno dei massimi guru dell’analisi quantitativa a Wall Street, è che tutto si risolverà entro fine anno e questo darebbe sicuramente una bella spinta alle Borse, le quali sono sostenute ancora da una politica relativamente accomodante della banca centrale americana.

Le sue previsioni sono state così accurate a volte, che in passato è capitato che le contrattazioni di Borsa siano state influenzate dai contenuti delle sue ricerche di mercato. Lo scenario peggiore di JP Morgan, invece, è per rialzi più limitati, con oscillazioni al massimo pari a un terzo di quelle invece viste in caso di rally.

L’ottimismo dello strategist deriva dalla convinzione che Trump tende ad assumere una tattica aggressiva nelle trattative commerciali con Cina e Unione Europea soltanto quando i mercati sono in fase di grazia e che al contrario tende a fare concessioni in momenti di stanca.

“Costruttivi ma con cautela”

In altre parole, riporta Business Insider, Kolanovic non reputa che Trump permetterà mai che il mercato crolli. Per questo prevede che al massimo l’indice S&P 500 venga fatto scendere del 3-4% prima che l’amministrazione Usa intervenga per impedire ulteriori tracolli.

Gli analisi del suo team rimangono dunque “costruttivi ma con cautela”. L’obiettivo di fine anno per il listino è di 3.000 punti, ma una tregua definitiva  della disputa commerciale dovrebbe consentire all’S&P 500 di chiudere intorno ai 3.200 (il 12% sopra i livelli attuali).

Ovviamente non c’è solo la guerra dei dazi da monitorare. Kolanovic sottolinea che a spingere in alto i listini azionari sarà il rientro in gioco di molti player di mercato che ha ridotto l’esposizione al rischio subito dopo la pubblicazione dei tweet di Trump.

Dietro al ragionamento dell’apprezzato analista ci sono due fattori. Il fatto che quasi tutti gli investitori nei mercati azionari abbiano un posizionamento molto ridotto in Borsa e il fatto che sinora dal punto di vista tecnico il danno recato dall’incremento della volatilità è stato limitato“, si legge in una nota pubblicata la settimana scorsa.