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ECONOMIA AMERICANA: WARNING RALLENTAMENTO

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I dati pubblicati oggi confermano al momento la possibilità di un rallentamento dell’economia nel corso del secondo semestre. Sul fronte crescita è stata registrata la prima variazione negativa a giugno dal mese di marzo.

Ha inciso negativamente il calo nel settore auto, ma complessivamente la performance negativa ha interessato anche altri settori, visto che il dato presenta una variazione di -0,3% anche al netto della componente auto e tecnologica.

In termini di tendenziale annuo la produzione industriale ha registrato un valore inferiore rispetto al mese precedente, dopo un trend ininterrotto che durava dalla metà del 2003. Riteniamo però opportuno effettuare una considerazioni in merito al dato di oggi, per poterlo catalogare o meno tra quelli che stanno segnalando un rallentamento dell’economia.

L’andamento della produzione industriale in termini tendenziali è stato spesso ben anticipato dai leading indicators con un anticipo temporale di circa 6 mesi. I leading indicators evidenziarono un ridimensionamento del tendenziale nel mese di novembre 2003.

Successivamente però è ripreso il trend al rialzo fino all’ultimo dato di maggio dove si è nuovamente verificato una brusca inversione. Se la correlazione tra i due dati dovesse essere confermata, si può pertanto giungere alla conclusione che il dato di oggi potrebbe essere seguito poi da una ripresa della fase di rialzo del tendenziale fino però alla fine del terzo trimestre, quando invece è atteso un ridimensionamento repentino.

Pertanto sarà interessante verificare il dato del prossimo mese. In ogni caso, qualora il tendenziale dovesse ricominciare a posizionarsi su valori più elevati, riteniamo che lo scenario di rallentamento del ciclo Usa rimane ancora valido alla luce dell’atteso mutamento di andamento alla fine del 2004.

Per quanto concerne invece le scorte industriali di maggio, segnaliamo come il rapporto scorte/vendite continui a mantenersi sul minimo storico di 1,30. Continuiamo a ritenere che sotto la perdurante prudenza dei produttori si nasconda una sfiducia sul carattere strutturale della ripresa della domanda.

I dati sui prezzi alla produzione di giungo hanno segnato la variazione negativa più forte da oltre un anno, grazie al calo sia della componente petrolio (-5,2%) che di quella alimentare (-0,6%). L’attenzione degli operatori è però rivolta al dato sul cpi di domani, per il quale spesso il ppi non si è rivelato un buon anticipatore.

Di conseguenza si spiega in tale ottica la reazione del mercato obbligazionario dove, malgrado i segnali di rallentamento del ciclo insieme a più moderati segnali sul fronte prezzi, non si registra un recupero dei corsi. Il dato di domani sull’inflazione sarà decisivo per stabilire, almeno nel breve termine, il ritmo atteso di rialzi da parte della Fed.

Puntualizziamo però che, mano a mano che l’attenzione si sposterà sulla crescita, gli operatori potrebbero essere maggiormente inclini a prezzare uno scenario di rallentamento. In tale ottica riteniamo possibile un ulteriore ridimensionamento dei tassi di mercato nel corso dell’estate.

* Antonio Cesarano e’ il Responsabile Desk Market Research di MPS Finance.