Dopo aver invitato i partiti vincitori delle elezioni europee a non litigare sulle nomine dei prossimi leader delle autorità europee, Enrico Letta ha però proposto un nome divisivo alla guida del Consiglio Europeo.
Mentre l’ex primo ministro e membro del PD vede bene alla testa dell’organo esecutivo Margrethe Vestager, commissario alla Concorrenza membro dei liberali di ALDE, o Michel Barnier, commissario della BrexitBrexit, il candidato ideale per guidare il consiglio europeo sarebbe secondo lui Angela Merkel.
Il politico di orientamento progressista e moderato ha giustificato il suo endorsement dicendo che l’Europa ha bisogno di un leader forte che si confronti con i grandi capi di Stato mondiali come Donald Trump e Vladimir Putin.
Manfred Weber, personalità poco conosciuta persino in Germania, essendo un politico che ha costruito la sua carriera in Europa, è il candidato naturale alla successione di Jean-Claude Juncker al vertice dell’organo esecutivo Ue. È infatti il nome proposto dal Partito Popolare Europeo, la lista di centro destra pro europeista arrivata prima nel voto del 23-26 maggio, come “Spitzenkandidaten”.
Non è detto che sia eletto Weber a guida Commissione Ue
Tuttavia, il PPE ha perso molti voti rispetto a quattro anni fa, e il presidente francese Emmanuel Macron ha già fatto sapere di essere contrario alla sua elezioni automatica. Il PPE cercherà di formare un am maggioranza con le altre forze moderate ed europee del Parlamento, Social Democratici, Liberali e forse anche i Verdi, la versa sorpresa delle elezioni. Quindi teoricamente il candidato potrebbe anche venire da una di queste formazioni. Le discussioni per l’elezione del presidente della Commissione Europea si terranno in ottobre e tutto dovrebbe decidersi i primi di novembre.
Letta ha comunicato la sua lista di preferenze ai microfoni di France Inter in un francese impeccabile, durante un’intervista in cui si è lamentato del fatto che l’unico paese in cui i Verdi non hanno avuto successo è stato il suo. L’Italia, sottolinea nella sua analisi, si distingue inoltre dagli altri paesi principali d’Europa anche per il risultato ottimo e la crescita della destra radicale. La Lega ha preso il 34,25% (28 seggi) contro il 22,74% del PD (19 seggi) e il 17,03% del M5S (14 seggi).
In Francia il Rassemblement National di Marine Le Pen è arrivato in testa staccando di poco il partito centrista (ALDE) del presidente Macron, Republique En Marche, 22 seggi contro 21, ma ha perso voti rispetto al 2014. I Verdi sono il terzo partito con 12 seggi su 74. Al quarto posto si sono piazzati i Repubblicani (conservatori) con sette seggi. Sei seggi andranno sia alla sinistra radicale della France Insoumise, sia ai social democratici del nuovo PS. In Europa i partiti tradizionali dell’establishment (Conservatori e Social Democratici) hanno perso popolarità, mentre Alde, Verdi e forze alternative hanno guadagnato voti.