Nel futuro si celebra la bellezza, anche negli investimenti. Parola di Ian Pearson (VIDEO)
L’articolo è tratto dal magazine Wall Street Italia di maggio e fa parte del lungo dossier dedicato a come investire la liquidità parcheggiata sui conti correnti dagli italiani
di Ilaria Sangregorio
“La bellezza salverà il mondo” è la frase che viene attribuita al principe Myskin nell’Idiota di Dostoevskij e che ancora oggi risuona nelle nostre menti. A dire il vero, il concetto di Bellezza trova radici in un mondo antico, basti pensare ai greci con la loro καλοκαγαθία, al Bello di Aristotele, a Sant’Agostino, a Kant; l’uomo è dunque da sempre influenzato da questo sentire in grado di attraversare i secoli, smuovere le coscienze, parlare un linguaggio universale nel tempo e nello spazio.
Un fil rouge che muove le più brillanti menti, come il protagonista della nostra indagine sul futuro. Un inguaribile ottimista convinto che i computer possano aiutarci a migliorare ma soprattutto ad avere più tempo da dedicare alla creatività e alla ricerca del benessere.
Ian Pearson è un futurologo, il suo compito è quello di monitorare e prevedere sviluppi in vari settori: tecnologia, affari, società, politica e ambiente. Laureato in matematica e fisica, ha lavorato nel settore ingegneristico, nell’aeronautica, cibernetica, ecc. Vanta oltre 1.800 invenzioni; la più recente riguarda il trasporto senza conducente e i viaggi nello spazio.
Come sarà la vita nel prossimo futuro?
Demografia e ricchezza. Pearson sostiene che nel 2050 la popolazione mondiale si assesterà intorno ai 9,5 miliardi con una crescita (media) del PIL del 2,5%. La ricchezza mondiale raddoppierà. La Cina sarà la maggiore economia globale con una crescita del PIL pari al 4,5%. Il tasso di persone che vivranno in condizioni di estrema povertà si ridurrà drasticamente; a dominare sarà una classe di ceto medio e una piccola rappresentanza di milionari.
Urbanizzazione. Ad una maggiore ricchezza corrisponderà una qualità della vita migliore. Molti valuteranno di vivere in posti ad oggi “proibitivi”. Assisteremo alla nascita di megalopoli ma non ad una stravolgente urbanizzazione. Pearson ritiene che si raggiungerà un buon compromesso tra la campagna e la città. La tecnologia e la realtà aumentata ci faciliteranno il compito. In qualsiasi posto sceglieremo di vivere, attraverso la realtà aumentata potremo proiettare nelle nostre pareti quel che di più bello desideriamo: una spiaggia ai Caraibi, un bosco, una cascata. Tutti beneficeremo di questa interazione davvero coinvolgente e intensa dal punto di vista emotivo e sensoriale. Le case non saranno molto spaziose; grazie a schermi sospesi e alla realtà aumentata, l’arredamento sarà in parte virtuale. Le persone potranno scegliere di vivere immerse in un ambiente rurale in quanto anche le “campagne” saranno ben collegate con le grandi città.
Lavoro e automazione. Molti credono che la crescita esponenziale dell’automazione ridurrà i posti di lavoro. Non sarà così. Il mondo del lavoro sarà dominato dalla perfetta combinazione di competenze intellettuali (delle macchine) ed emozionali (degli umani). Vedremo affermarsi quella che Pearson definisce “curvy economy” dove i robot svolgeranno compiti noiosi, ripetitivi, faticosi e gli uomini ricopriranno solo funzioni dignitose e gratificanti. I robot non ci sostituiranno ma ci affiancheranno. Saranno una nostra estensione per procedere con maggiore velocità e precisione. Il controllo delle macchine sarà sempre nostro.
Mobilità e Trasporti. I veicoli a guida autonoma domineranno le nostre strade. Assisteremo alla versione evoluta dei quadricotteri, una sorta di taxi-drone in grado di trasportare fino a sei persone. Alcuni di questi potranno anche volare ma in numero esiguo. Sono in corso, inoltre, degli esperimenti per poter viaggiare a velocità ipersonica e poter raggiungere qualsiasi punto del pianeta in meno di un’ora. Pearson immagina persino delle piattaforme “galleggianti” dotate di pannelli solari per viaggiare da continente a continente senza inquinare e sottomarini supersonici per spostarci ad altissima velocità nell’acqua.
Alimentazione. La produzione alimentare si adatterà nel rispetto dei criteri ambientali. Tra le modalità di coltivazione vedrà un exploit quella idroponica, con la possibilità di avviare una o più colture in ambienti poco ospitali e con un risparmio notevole sulla quantità di acqua da utilizzare. La ricerca biotecnologica permetterà di produrre “carne vegetale”, un prodotto nutriente, a basso costo, sostituto della carne o funghi proteici come la “micoproteina” ottenuta dalla fermentazione di un fungo. Ulteriori alimenti a base di alghe verranno prodotti mediante la “coltura di tessuti” in laboratorio. La natura ne trarrà in primis vantaggio perché si utilizzeranno meno terreni per alimentare la popolazione mondiale.
Energia e carbonizzazione. Aumenterà la produzione di energia solare ad un costo vantaggioso. Nel 2050 assisteremo alla nascita di centrali a fusione che produrranno energia particolarmente sostenibile tramite la fusione termonucleare. Affermare che non produrremo più biossido di carbonio è alquanto audace; potrebbero verificarsi di fatto episodi atmosferici come le macchie solari o la riduzione dell’attività solare che potrebbero rallentare il passaggio verso una forma di energia più pulita. Abbiamo ancora qualche decennio per trovare una soluzione e utilizzare meno combustibili fossili.
Un futuro felice. La tecnologia possiede, dunque, un grande potenziale in grado di migliorare la nostra vita. Da sempre il buon uso è il deterrente principale per far sì che l’evoluzione tecnologica non si riversi contro. Declinare tali sviluppi per obbligare la popolazione a conformarsi – un po’ come accadeva nel romanzo “1984” di Orwell – non è la giusta direzione. A far la differenza saranno i nostri leader, uomini visionari e creativi in grado di generare un cambiamento sociale e una nuova economia nel rispetto di ogni essere umano.
Come sarà il mondo nel 2030
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