Economia

Bce: così guerra dazi colpirà risparmi ed economia

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Le tensioni commerciali e una crescita economica più debole del previsto potrebbero causare ulteriori vendite sui mercati europei in difficoltà. L’allarme è stato lanciato dalla Banca centrale europea nel suo Financial Stability Review (FSR) in cui l’istituto fornisce una valutazione dei rischi potenziali per la stabilità nell’area dell’euro.

È Luis de Guindos, vice presidente della BCE, a sostenere che la guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina sarebbe “estremamente dannosa”, aggiungendo che “potrebbe influenzare non solo la volatilità dei mercati, ma anche l’economia reale in modo abbastanza rapido”.

Nel contesto dell’attuale rallentamento dell’economia globale, l’escalation delle tensioni commerciali sarebbe una “notizia molto negativa” per l’economia globale.

Particolarmente sensibile ai più deboli guadagni aziendali, dice il Financial Stability Review, è il crescente settore dei leveraged loans (finanziamenti a leva). Trattasi di prestiti erogati a società o individui che hanno già notevoli quantità di debito e/o una scarsa affidabilità per il credito. I leveraged loans negli Stati Uniti, secondo S&P, recentemente sono diventati un mercato da mille miliardi di dollari.

Nel Financial Stability Review è stata inoltre segnalata come conseguenza della guerra commerciale sull’economia reale, i maggiori rischi nel settore dei fondi di investimento. Un improvviso riprezzamento degli asset finanziari potrebbe significare che gli investitori ritireranno i loro soldi dai fondi, il che porterebbe a vendite forzate e amplificherebbe lo stress in mercati meno liquidi. La BCE ha inoltre avvertito che qualora si concretizzassero i rischi negativi per la crescita, i prezzi degli immobili potrebbero subire una correzione.

Spread Italia mostra che regole vanno seguite

Nel rapporto poi la Bce pone particolare attenzione alla situazione dell’Italia sostenendo che ogni volta che le tensioni fra Roma e Bruxelles aumentano “gli spread salgono”. E le incertezze politiche in Italia pesano a loro volta sulla crescita dell’Eurozona.

Il rallentamento della crescita dell’Eurozona “può essere attribuito alla spinta più debole della domanda estera, così come ad alcuni fattori specifici di Paesi e di settori economici, come alcune discontinuità nel settore automobilistico tedesco e l’impatto sulla fiducia delle incertezze politiche, e di policy, in Italia”.

Il caso dell’Italia, con uno spread che sale o scende a seconda dello scontro fra l’Italia e le istituzioni europee, mostra che è importante seguire le regole, secondo De Guindos, secondo cui il problema dell’Italia è la bassa crescita.

“Alcune banche continuano a essere vulnerabili a un possibile aggravarsi dei timori sul rischio sovrano”, dal momento che “la situazione patrimoniale delle banche con importi ragguardevoli di bond sovrani, messi a bilancio al fair value, resta esposta a improvvisi aumenti dei premi di rischio”.

Lo nota la Bce nel Rapporto sulla stabilità finanziaria, mettendo in evidenza Italia e Portogallo, dove “l’esposizione al debito sovrano nazionale rimane elevata o è aumentata dagli inizi del 2018″.