I prezzi del petrolio greggio sono saliti alle stelle oggi,
dopo la notizia che l’Iraq ha sospeso l’export di petrolio nell’ambito
del programma di scambio umanitario con le Nazioni Unite. Si tratta del massimo degli ultimi nove anni. Gli analisti temono ripercussioni sui prezzi delle materie prime e quindi sull’inflazione.
Al Mercantile Exchange di New York, il futures del greggio con scadenza gennaio e’ schizzato di 76
centesimi a 26,90 dollari dopo aver raggiunto un tetto di 27,08 dollari. Il futures relativo
alla benzina senza piombo di dicembre ha guadagnato 2,15 centesimi fino a 75,30
per
gallone. Il petrolio da riscaldamento e’ aumentato di 1,55 centesimi fino a
69,60 per gallone.
Sabato, Saddam Hussein ha respinto la proposta di un prolungamento di due settimane offerto dalle
Nazioni Unite nell’attuale piano di scambio ”petrolio-per-cibo”; il tutto perche’ Stati Uniti e Russia non sono riuusciti a
mettersi d’accordo per un periodo piu’ lungo. Questo ha suscitato timori di uno stop delle forniture di petrolio iracheno.
“Due settimane di sospensione potrebbe tradurre in piu’ di 25 milioni
di
barili ritirati dal mercato,” ha detto Paul Ting, un analista della Salomon
Smith Barney. “L’effetto immediato e’ che
i prezzi del petrolio salgono.”
L’Onu aveva deciso un prolungamento fino a il 4 dicembre per dare agli Stati Uniti e
alla
Russia tempo trovare una soluzione e risolvere le loro differenze.