Qualità, rischi bassi e orizzonte a lungo termine. Sono le tre regole auree che un’azienda quotata deve rispettare se vuole essere inclusa nel portafoglio investimenti di alcuni dei principali gestori di fondi azionari degli Stati Uniti.
In quattro hanno condiviso le loro strategie di investimento e qualche piccolo accorgimento per fare fortuna e battere la concorrenza e il benchmark di mercato. I quattro money manager hanno rivelato i segreti del loro successo in un’intervista a Business Insider.
I fondi da loro gestiti hanno ricevuto il rating migliore da parte di Lipper in campi quali ritorno da investimento complessivo, salvaguardia del capitale, efficienza fiscale, costi e ritorni consistenti.
Andrea Frazzini, portfolio manager, AQR Large Cap Defensive Style Fund
Frazzini gestisce un fondo da $3,2 miliardi insieme a Jacques Friedman e Michele Aghassi. Anche ha capo del team “global stock-selection” che produce modelli di previsione per il gruppo. L’obiettivo del fondo è di possedere una serie il più diversificata possibile di società quotate negli Stati Uniti che possano sopravvivere in qualunque condizione di mercato, anche la più avversa.
Lo stile di investimento riflette le celebri strategie di analisi quantitativa di AQR. Frazzini è anche influenzato dall’incarico che ricopre come professore di finanza per la Stern School of Business di New York.
“Molto di quello che facciamo viene direttamente dai nostri lavori accademici, spiega Frazzini: “sviluppiamo teorie e ipotesi da sperimentare, poi usiamo quello che abbiamo scoperto o una teoria economica come linea guida per costruire i nostri portafogli”.
Il modello assegna un voto preciso per ogni titolo azionario. A quel punto si valuta quanto è rischioso l’investimento in modo che il portafoglio possa sovrappesare i titoli più sicuri e sottopesare quelli più rischiosi.
Ritorno annuale: 11,9%
Principali società detenute in portafoglio (al 31 marzo): PepsiCo, Starbucks, Coca-Cola, Procter & Gamble e Johnson & Johnson.
Consiglio di investimento: fidarsi dei dati anziché dei giudizi e delle sensazioni personali. “Quando penso che un’idea o un concetto è interessante, mi metto all’opera per raccogliere il più vasto numero di dati possibili per provare a smentire la tesi e dimostrarne la sua invalidità”.
È il test da superare per qualsiasi gruppo che aspiri a finire nel fondo di investimento di Frazzini.
Clare Hart, JPMorgan Equity Income Fund
La strategia di investimento di Hart è rimasta invariata per quasi 15 anni di gestione del fondo di Equity Income Fund della banca americana. I tre attributi imprescindibili per poter investire in un gruppo secondo lei sono:
- una società di qualità,
- con una valutazione di mercato ragionevole,
- che paghi almeno un dividendo del 2%.
Negli anni la sua inflessibilità per quanto riguarda questi tre principi le ha attirato più di una critica ma Hart ha continuato per la sua strada, anche quando il mercato richiedeva un approccio differente. La qualità è un aspetto fondamentale (“no-brainer“) per lei: se un’azienda sta per finire in bancarotta, non è un titolo che vuole detenere.
Quanto alle valutazioni, Hart cerca titoli convenienti ma non i più convenienti di tutti. “Stavo investendo nella bolla dot com, nella bolla tlc successiva e nella crisi finanziaria”, ha confidato Hart a Business Insider. “Ho visto titoli convenienti diventare sempre più convenienti, ma i prezzi vantaggiosi possono finire azzerati se le cose si mettono male“.
Un requisito del 2% avrebbe voluto dire aumentare il rischio di comprare azioni sopravvalutate. Anche quando Apple stava per annunciare il suo anticipatissimo incremento del dividendo nel 2012, non ha comprato i titoli finché il rendimento non ha rispetto i requisiti auto imposti dal gestore.
È stata una doppia vittoria per Hart: un prezzo più basso e una cedola soddisfacente.
Le società finanziarie rappresentano la maggioranza nel portafoglio di investimento. A dominare sono compagnie di assicurazioni, banche regionali e gruppi del risparmio gestito.
Ritorno annuale: 5,47%
Holding principali (al 31 marzo 2019): Merck, Chevron, Bank of America, Microsoft e CME Group.
Consiglio di investimento: “Trova persone intelligenti e lavora con persone intelligenti“.
Mick Dillon e Bertie Thomson, Brown Advisory Global Leaders Fund
Dillon e Thomson gestiscono congiuntamente un portafoglio di investimento da $211.4 milioni. Per loro il cliente è la parte più importante della value chain di ogni impresa. È per quello che prediligono aziende che risolvono i problemi dei consumatori in modi innovativi e unici.
Tale criterio permettere loro di investire in gruppi meno conosciuti come la Bank Rakyat Indonesia, un istituto di microcredito di cui la maggior parte degli investitori in Usa e in Europa non hanno mai sentito parlare.
L’azienda però ha il merito di risolvere un grosso problema di molti consumatori, quello dell’accesso al credito”, spiega Dillon a Business Insider. La gente che non ha un punteggio creditizio di un certo livello non può chiedere soldi in prestito fuori dal sistema bancario tradizionale. Il prestito medio del gruppo è di mille, 2mila dollari”.
I due gestori investono anche e in aziende più note, come Mastercard e Microsoft. Una volta fatto l’ingresso e presa posizione, cercano di mantenerla il più a lungo possibile, per beneficiare dell’investimento. Spesso questo significa saper dire no anche ad opportunità di investimento alternative che si propongono di volta in volta.
Ogni società che riesce a superare quattro test chiave, entra a far parte del portafoglio: soddisfazione della clientela, buon ritorno da investimento, gestione di qualità e una valutazione ragionevole.
Ritorno annuale: 4,97%
Holding principali (sempre al 31 marzo 2019): Microsoft, Visa, Alphabet, Unilever, and Mastercard.
Consiglio di investimento: “uno dei modo per prendere le migliori decisioni di investimento possibile è avere un coach indipendente che analizza tutte le scelte che si prendono”.
Difficilmente ci sono stelle dello sport che non hanno bisogno di allenatori, spiegano i due money manager dell’azionario. Anche i piloti degli aerei hanno dei coach. Se tutte queste persone che sono al top dei loro campi hanno degli allenatori, perché non dovrebbero averli anche gli investitori?”, si chiede
“Una passione per le società e per l’analisi delle società ti metterà in una posizione di vantaggio in un determinato settore”, secondo Thomson. “Se non hai una passione o un entusiasmo per imparare, specie su diverse società, allora probabilmente non è la carriera che fa per te“.
Eric Fischman, MFS Growth Fund
Una delle prime cose che Fischman esamina in una azienda prima di includerla nel suo fondo da $22 miliardi è se una società è in grado di alzare i prezzi durante una fase di recessione. Dopo tutto i fondi growth che gestisce hanno un mandato: investire in gruppi che non sono legati ai cicli di mercato.
Per questo motivo Fischman è uno dei pochi gestori a non aver mai investito in materie prime. E all’interno del settore hi-tech, il comparto dei chip non è appetibile secondo lui perché le sue fortune sono associate alla crescita ciclica.
Anche quando le condizioni di mercato sembrano svantaggiose, il gestore non è motivato a vendere la società. Tenere basso il tasso di ricambio dei titoli detenuti in portafoglio aiuta. “Questo ci permette di focalizzarsi sul lungo termine e non farci influenzare dagli eventi quotidiani, dai conti trimestrali o dai tweet che vengono pubblicati”, ha dichiarato in un’intervista esclusiva a Business Insider.
Un’azione che ha in portafoglio dal 2002 – e che è esemplare della sua strategia di investimento – è American Tower. L’azienda firma contratti a lungo termine con fornitori di telefonia mobile per affittare le reti tlc e le torri di cui hanno bisogno per emettere segnali di rete. I contratti di questo tipo garantiscono ricavi ricorrenti.
Ritorno annuale: 10,69%
Holding principali (al 31 marzo): Microsoft, Amazon, Visa, Adobe e Alphabet.
Suggerimento di investimento: “Assicurati di investire in aziende e settori che conosci bene. Cerca di capire come fa soldi una società e come continuerà a farlo tra cinque anni”, dice Fischman, secondo cui il focus deve essere prevalentemente sulle prospettive a lungo termine.
“Non farsi influenzare da eventi giornalieri o trimestrali. Se c’è un’impresa che piace per il suo outlook a lungo termine, ma i cui conti trimestrali hanno fatto peggio delle attese, non bisogna darvi troppa importanza. Potrebbe essere un caso isolato”.