(WSI) – Gli esperti non escludono la possibilità, per le Borse di tutto il mondo, un piccolo rally estivo. In base alle loro proiezioni, sostengono che se lo S&P 500 riuscirà entro fine mese a superare quota 1105 (oggi l’indice si trova a un filo da questo valore), allora ci potrà essere un rally del 5-6 per cento. In caso contrario il rally non ci sarà e proseguirà la discesa. I risultati di ieri di Wall Street (trascinata verso l’alto dalla ritrovata fiducia dei consumatori e da alcuni risultati aziendali buoni) sembrerebbero confermare questa attesa di rally che c’è in molti analisti e operatori.
Può essere che chi ragiona così abbia ragione. Di sicuro c’è che le Borse sembrano avviate verso un periodo di stagnazione, con la possibilità di cominciare davvero a perdere colpi (e anche rovinosamente).
Ormai da molte settimane gli operatori sono molto prudenti. E si sa benissimo perché. L’economia americana, che continua a viaggiare a livelli molto elevati (sulla linea del 4-4,5 per cento di crescita annua), ha comunque esaurito la sua spinta propulsiva e è avviata verso una lunga frenata. Frenata che molti si augurano dolcissima (le previsioni per l’anno prossimo sono ancora molto buone), ma che potrebbe anche trasformarsi in una frenata molto brusca, con impatti importanti sui listini. Venerdì, comunque, con la pubblicazione dei dati sul Pil americano nel secondo trimestre del 2004, se ne saprà un po’ di più.
Anche i profitti aziendali, che fin qui hanno fatto una grande corsa, sembrano destinati a rallentare di molto la loro velocità. In sostanza, le Borse si trovano nell’antipatica situazione di avere il meglio alle spalle e di essere diventate, sull’onda dell’entusiasmo, anche un po’ troppo care.
E quindi hanno di fronte a sé la sola possibilità di andare indietro, di riportarsi su valori più adeguati. A spingere in questa direzione sono anche altri due fatti:
1 – Il fronte del petrolio non sembra ancora tranquillo e probabilmente non lo sarà per molto tempo. Il che significa che le economie possono trovarsi di fronte a forti impulsi inflazionistici, con la necessità di interventi restrittivi sul piano monetario.
2 – Ormai mancano meno di 100 giorni alle elezioni presidenziali americane e, nel caso in cui Bush venisse sconfitto (probabilità da non escludere) la politica-politica e la politica economica dell’Amministrazione americana subirebbero un cambiamento totale (anche se molti analisti politici, un po’ superficiali, sostengono il contrario).
Insomma, gli elementi che consigliano una pausa di riflessione (e quindi una discesa dei listini) sono parecchi. Mentre non si vedono elementi di entusiasmo, di spinta in avanti. A parte un eventuale rally estivo del 5-6 per cento, determinato da fattori tecnici.
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