A meta’ seduta gli indici azionari americani sono deboli, condizionati da una nuova fiammata dei prezzi del petrolio e dalla delusione per i dati economici. Il Dow Jones perde lo 0.22% a 10157, l’S&P 500 lo 0.14 a 1105 e il Nasdaq lo 0.76% a 1877.
A condizionare l’umore degli operatori e’ ancora una volta il petrolio, che si e’ spinto questa mattina fino a $44.24, stabilendo un nuovo record storico. Il rally e’ iniziato dopo le dichiarazioni di Purnomo Yusgiantoro, presidente dell’Opec. Purnomo ha affermato che l’organizzazione potrebbe non essere in grado di aumentare la produzione abbastanza velocemente da contenere i prezzi del petrolio.
Non contribuiscono a rasserenare il clima le preoccupazioni per la bancarotta pendente di OAO Yukos, la situazione delle raffinerie, ormai al limite della capacita’, e lo stato di allerta per nuovi attacchi terroristici.
Domani e’ atteso il rapporto settimanale sul livello delle scorte di petrolio che, nelle attese degli economisti, dovrebbe segnare una flessione. Se cosi fosse, si tratterebbe del quarto calo in sei settimane. Al momento il future con scadenza settembre e’ in ribasso di $0.19 a $43.63.
Cattive notizie, inoltre, dal fronte economico. Si sono infatti rivelati peggiori delle attese i dati di giugno su reddito personale e spese al consumo.
Passando agli utili, buone notizie dalla conglomerata industriale Tyco e dalla casa farmaceutica Watson Pharmaceuticals, che hanno riportato trimestrai migliori delle attese. Il gruppo software Adobe, inoltre, ha alzato le previsioni sui risultati del terzo trimestre. Negativo, invece, l’outlook fornito dalla societa’ di viaggi online Priceline.com. Delusione per i risultati di Qwest e Martha Stewart Living.
Tra le blue chip del Dow Jones, i migliori guadagni li stanno mettendo a segno Verizon, SBS Communications, Procter & Gamble, Exxon Mobil e AIG. Sotto pressione Home Depot, Alcoa, Intel e Microsoft. Vedi decine di azioni segnalate da
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Sugli altri mercati, il dollaro e’ in lieve ribasso sull’euro sull’onda della delusione sui dati economici. Un sostegno alla moneta unica e’ arrivato anche dal Fondo Monetario, che ha aumentato le previsioni di crescita dei 12 paesi dell’area dell’euro. In ribasso l’oro che perde $0.10 a $391.50.
Invariati i titoli di Stato. Il rendimento sul Treasury a 10 anni si e’ spinto in mattinata al 4.46% per poi ripiegare marginalmente al 4.45% della chiusura di lunedi’.