“Svalutano la loro moneta. L’hanno fatto per anni. E’ [per la Cina] un enorme vantaggio competitivo, e non l’abbiamo a causa di una Fed che non abbassa i tassi di interesse”. Donald Trump è tornato ad attaccare la sua banca centrale, nel giorno in cui lo yuan è sceso ai minimi da novembre sul dollaro, con minimo a quota 6,946 per la offshore currency. “Abbiamo una Fed che aumenta i tassi di interesse il giorno prima dell’emissione di titoli, quindi dobbiamo pagare di più”, ha aggiunto il presidente americano in un’intervista alla Cnbc.
“Non dimenticate”, ha sottolineato Trump, “che il capo della Fed in Cina è il presidente Xi. E’ il presidente della Cina … Può fare tutto ciò che vuole. Loro svalutano, allentano le politiche – si direbbe che pompano un sacco di soldi in Cina – e annullano in una certa misura, non completamente, [l’effetto] dei dazi”, ha detto Trump.
Nel corso del weekend era intervenuto sulla svalutazione dello yuan anche il presidente della Pboc cinese, in un’intervista rilasciata a Bloomberg, sostenendo che l’effetto della guerra commerciale si sta riflettendo sulla forza della moneta cinese. “Fondamentalmente [il cambio] è determinato dall’offerta e dalla domanda della forza di mercato, è fondamentalmente un meccanismo di mercato”, aveva detto Yi Gang. In passato la Cina era intervenuta con costanza per garantire una certa stabilità del cambio sul dollaro; si tratterebbe di un comportamento non più adatto ai tempi. “Un po ‘di flessibilità” nello yuan è un fattore positivo per l’economia, ha detto Yi, poiché agisce da stabilizzatore per la bilancia dei pagamenti, “la People’s Bank of China, già da molto tempo non interviene nel mercato dei cambi, e spero che questa situazione continui – il proposito è di non intervenire”.
Questo, in un contesto che vedrebbe gli Stati Uniti innalzare i dazi sui prodotti cinesi e ridurre il suo deficit commerciale con il Dragone, non potrebbe che implicare una certa svalutazione dello yuan. Trump sembra aver ben chiara la portata della sfida: “Dovremmo avere il diritto di avere un campo di gioco equo … perché la nostra Fed è molto, molto penalizzante per noi “, ha detto Trump, “anche senza un campo di gioco equo, stiamo comunque vincendo perché le tariffe ci stanno offrendo un enorme vantaggio competitivo”.
L’importanza dei tassi di cambio, nell’ambito della guerra commerciale, era già stata evidenziata da una proposta del Dipartimento del Commercio Usa lo scorso maggio. Il piano è arrivare una legge che consenta al governo di sanzionare quei Paesi “che agiscono per sottovalutare la propria moneta contro il dollaro, al fine di sussidiare le proprie esportazioni”.