Prezzi produzione Usa freddi, per Trump è una bella cosa: alla Fed degli “incapaci”
La crescita dei prezzi alla produzione ha subito un rallentamento in maggio, mostrando un’inflazione fredda. Second Donald Trump il fatto che non ci sia inflazione è “una bella cosa“. E pertanto la Federal Reserve con le sue politiche di Quantitative Tightening non sa quello che fa. Secondo il presidente Usa l’America “ha un’inflazione molto bassa” e i tassi di interesse sono decisamente troppo alti, il che significa che alla banca centrale sono degli “incapaci”.
Secondo Trump l’euro e le altre divise sono svalutate rispetto al dollaro e questo “mette l’America in una posizione di grande svantaggio”. L’indice PPI ha registrato un incremento dell’1,8% su base annuale, meno del 2,2% visto in aprile. Detto questo, l’andamento dell’inflazione di fondo (quella ‘core’ depurata delle componenti di cibo ed energia) è stato più robusto (+2,3%) negli ultimi 12 mesi, in parte per via dell’aumento dei costi dei soggiorni in albergo.
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Seduta in calo per le borse europee e per Piazza Affari, all’indomani della riunione della Fed. Sul Ftse Mib arretrano soprattutto Tim e Stm
L’apertura di Wall Street segna un rialzo dopo i cali dei giorni scorsi dovuti alle previsioni sui tassi d’interesse della Federal Reserve. La Fed ha ridotto i tassi di 25 punti base, ma ha abbassato le previsioni di ulteriori tagli per il 2025 a causa dell’inflazione in aumento. Dopo il crollo di ieri, oggi il Dow Jones, l’S&P 500 e il Nasdaq mostrano segni di ripresa.
L’economia statunitense ha registrato un incremento del PIL del 3,1% nel terzo trimestre del 2024, superando le stime precedenti. I consumi hanno mostrato una forte crescita, mentre i profitti delle aziende hanno subito una leggera flessione. L’indice dei prezzi PCE è diminuito, indicando una bassa inflazione.
Le richieste di sussidio alla disoccupazione negli Stati Uniti sono scese più del previsto nella settimana al 13 dicembre, con un totale di 220 mila unità. Questo dato ha superato le attese degli analisti, che prevedevano un calo a 229 mila unità. La media delle ultime quattro settimane si è stabilizzata a 225.500 unità, evidenziando un quadro più accurato dello stato del mercato del lavoro.