Economia

Primo sì alla procedura d’infrazione. Juncker: “potrebbe durare anni”

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Continua il braccio di ferro tra Bruxelles e il governo italiano. Mentre la procedura d’infrazione messa sul campo dalla Commissione Ue rischia di diventare realtà, lo scontro tra l’esecutivo gialloverde e i piani alti dell’Unione europea ha conosciuto ieri una nuova tappa. A riaccendere le tensioni, le parole del presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, che, ieri, nell’incontro organizzato da politico.eu ha detto, che l’Italia si sta “muovendo in una direzione sbagliata, quindi dobbiamo prendere decisioni rilevanti in questo campo”.

“Penso che l’Italia corra il rischio di restare intrappolata per anni in una procedura per deficit eccessivo, e vorrei evitarlo, ma questo dipenderà dagli impegni che il Governo italiano prenderà” ha detto Juncker, aggiungendo che se Italia non rappresenta ancora un pericolo per la stabilità finanziaria europea, di sicuro si tratta di un problema serio.

Non si è fatta attendere a lungo la risposta del premier Giuseppe Conte:

“Con Juncker, lo posso dire, ho un rapporto molto cordiale, direi amicale, gli riconosco molta lealtà anche nella fase molto travagliata di dicembre: ha dato una grossa mano all’Italia. All’amico Juncker quando dice che sbagliamo direzione rispondo che ha sbagliato lui direzione sulla Grecia. Lo dico con la massima cordialità: prima di attribuirci un torto mi lasci dialogare e aggiornarlo sui conti”.

Nel frattempo, secondo secondo quanto riferito a Reuters da due funzionari europei, i rappresentanti dei governi dell’Unione europea hanno concordato che una procedura disciplinare Ue contro l’Italia per debito eccessivo è giustificata. La decisione — che potrebbe esacerbare la disputa di Bruxelles con Roma sul tema dei conti pubblici del Paese — conferma la valutazione della Commissione secondo cui l’Italia ha violato le regole di bilancio Ue, secondo uno dei funzionari.

Dopo questo primo via libera dagli stati Ue, la Commissione dovrà decidere se raccomandare l’avvio della procedura, che potrebbe portare a sanzioni finanziarie. Gli sherpa dei governi europei si sono anche espressi a sostegno del dialogo, con lo scopo di evitare la procedura se Roma presenterà impegni sufficienti per migliorare i conti pubblici, hanno detto i due funzionari.

Se tuttavia le trattative con Roma non riuscissero a produrre un compromesso nei prossimi giorni, l’esecutivo Ue potrebbe proporre l’apertura della procedura al meeting del 26 giugno, secondo una delle fonti. La decisione definitiva sul lancio della procedura deve essere presa dai ministri delle Finanze Ue, probabilmente in occasione delle riunioni dell’8 e 9 luglio.