Truffe di diverso tipo, da rendimenti promessi fino al 120% annuo ai metri quadri di foresta pluviale in America Centrale “venduti” sui social e pagati in criptovalute (ma gli atti di compravendita erano carta straccia). Le ha individuate la Consob nella Relazione 2018 presentata venerdì 14 giugno. Come riporta Business Insider Italia, sono 208 le istruttorie avviate dall’autorità di controllo nell’anno passato solo per le ipotesi di “abusivismo” finanziario.
Un altro caso frequente è quello di soggetti non autorizzati alle prestazioni di servizi di investimento che propongono servizi di trading, spesso in opzioni binarie o sul forex, basati sull’utilizzo di software (forex-robot, robo advisor, expert advisor e/o trading system) che elaborano “decisioni di investimento” e che possono eseguire automaticamente gli ordini sulle piattaforme di negoziazione online senza che l’investitore abbia la percezione di ciò che sta realmente accadendo al suo investimento.
Le truffe in criptovalute sono in crescita. In particolare, quelle nell’intermediazione al risparmiatore si sono moltiplicate in “dimensioni imponenti” grazie al web e ai social media. Gli illeciti in rete sono aumentati del 70% dal 2012. Continuano anche le più classiche “cold calling”, le chiamate a freddo per vendere prodotti finanziari.
In particolare, la Consob denuncia il boom degli illeciti in criptovalute. In particolare, spiega Consob “si è configurata una violazione della disciplina sulla prestazione di servizi di investimento qualora agli investitori sia stata offerta la possibilità di effettuare, tramite apposite piattaforme tecnologiche di scambio online, operazioni regolate ‘per differenza’ aventi come sottostante (anche) valute virtuali”.