In un contesto economico caratterizzato da crescenti pressioni al ribasso, Mario Draghi apre le porte ad un nuovo taglio dei tassi e una ripresa del QE. “Guardando in prospettiva, i rischi per l’outlook rimangono orientati al ribasso e gli indicatori per i prossimi trimestri puntano a una debolezza persistente” ha detto il presidente della Bce nel suo discorso introduttivo al Forum Bce on Central Banking a Sintra.
“I rischi che sono stati prominenti per tutto l’ultimo anno – ha aggiunto Draghi – in particolare i fattori geopolitici, la crescente minaccia del protezionismo e le vulnerabilità dei mercati emergenti non sono scomparsi e continuano a pesare in particolare sul settore manifatturiero. In assenza di miglioramenti, tali che il ritorno sostenuto dell’inflazione verso il nostro obiettivo sia messo a rischio – ha detto Draghi – sarà necessario ricorrere a ulteriori stimoli”.
Parole che hanno subito avuto effetti sul mercato valutario. L’euro, che prima del discorso si attestava a 1,1242 dollari (da 1,122 dollari ieri in chiusura), è scivolato sotto quota 1,12 dollari ed è scambiato a 1,119 dollari. La moneta unica vale inoltre 121,242 yen, contro i 121,6 yen dell’apertura e i 122 della chiusura di ieri, mentre il dollaro-yen e’ pari a 108,322, contro i 108,23 dell’avvio e i 108,64 di ieri.
“Nelle prossime settimane – ha aggiunto Draghi – il Consiglio direttivo delibereràin che modo i nostri strumenti possono essere adattati alla severità del rischio alla stabilità dei prezzi. Manteniamo la capacità di rafforzare la nostra forward guidance modificando il suo bias e la sua condizionalità per tener conto delle variazioni negli aggiustamenti del percorso di inflazione”.
Questo si applica, ha detto, a tutti gli strumenti di politica monetaria.
“Ulteriori tagli dei tassi di interesse e misure per mitigare eventuali effetti negativi rimangono parte dei nostri strumenti e il programma di acquisto di bond ha ancora considerevole spazio a disposizione”.