L’annuncio di una possibile nuova fase espansiva nella politica monetaria della Bce è stato accompagnato da un altro appello da parte del presidente Mario Draghi: creare un “safe asset” europeo.
Elaborata dal membro del board Bce Benoit Coeure, questo titolo Ue potrebbe diventare un nuovo strumento di contrasto agli choc economici. “Non dovremmo evitare di avere una discussione aperta sulla necessità di un safe asset europeo”, aveva spiegato il vice di Draghi, Luis De Guindos, “se ben progettato, tale asset europeo potrebbe diventare il punto di riferimento per gli investitori nei mercati dei capitali dell’Ue, ridurre gli incentivi alla fuga di capitali sulle obbligazioni nazionali all’interno dell’Eurozona e contribuire a ridurre i rischi nei bilanci delle banche”.
Un titolo obbligazionario europeo che potrebbe, inoltre, diventare in futuro l’oggetto dei piani d’acquisto di titoli della Bce. L’emissione di questi bond darebbe alla Bce una nuova categoria di asset acquistabili, tenuto conto che nello scenario di una futura crisi i titoli sovrani dell’Eurozona potrebbero finire con lo scarseggiare.
L’istituzione di un “safe asset” sarebbe supportato da garanzie totali o parziali da parte degli stati membri e metterebbe la Bce nella condizione di poter stabilizzare l’Eurozona in caso di crisi.
L’appello di Draghi difficilmente troverà supporto fra i membri “core” del blocco europeo. Questi titoli infatti, comporterebbero per gli emittenti più affidabili (come la Germania) un pagamento anche per i rischi delle controparti meno affidabili (come l’Italia). Secondo l’editorialista del Financial Times, Wolfgang Munchau, la costruzione di un safe asset di questo tipo sarebbe necessario anche perché le Omt annunciate da Draghi nel 2012 potrebbero rivelarsi inutili nel contesto politico attuale. Per accedere al finanziamento d’emergenza è richiesta una domanda da parte dello stato membro, il quale dovrà sottostare a stringenti condizioni per assicurarsi il salvataggio delle Omt. Nessun governo di stampo sovranista sarebbe disposto ad accettare questo strumento. Pertanto, resterebbe così aperta l’ipotesi di uscite traumatiche dall’euro. “Una struttura di stabilizzazione fiscale trasformerebbe tutto ciò che abbiamo conosciuto nella zona euro”, ha scritto Munchau, “le sue regole di stabilità, le procedure legali e, soprattutto, le convinzioni ideologiche su ciò che le politiche monetarie e fiscali dovrebbero fare e come dovrebbero interagire”
L’idea di un safe asset europeo aveva incontrato anche il favore del presidente della Consob, Paolo Savona, lo scorso 14 giugno: “Un ‘European safe asset’ alternativo ai Bund e ai Treasury migliorerebbe la razionalità distributiva della creazione monetaria, governerebbe alcuni disturbi alla stabilità finanziaria, anche provenienti dai debiti sovrani in eccesso, attenuerebbe le divergenze nei tassi di interesse all’interno dell’eurozona”. . L’Esm (Il fondo Salva-stati) potrebbe essere l’emittente di questo strumento e utilizzare i fondi raccolti tramite questi titoli europei “per concedere prestiti agli stati membri che disporrebbero di una fonte alternativa e a basso costo per il rifinanziamento del loro debito pubblico”.