Dopo che Donald Trump ha imposto sanzioni contro la guida suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, il ministro degli Esteri Javad Zarif e otto comandanti dell’esercito, Teheran ha risposto che le nuove misure coercitive degli Stati Uniti “bloccheranno per sempre la diplomazia” tra i due paesi. L’intento delle autorità americane è quello di mettere pressione sulla Repubblica Islamica.
Il presidente Usa ha preso la decisione provocatoria come atto di rappresaglia per rivalersi di un danno subito. Nel caso specifico il fatto che l’Iran avesse abbattuto un drone americano. Trump stava per ordinare un attacco aereo in risposta all’affronto, ma all’ultimo ha desistito perché ha saputo che 150 persone sarebbero morte durante l’offensiva.
Le Borse statunitensi scendono dai livelli quasi record toccati ieri, mentre quelle europee arrancano. In un contesto di maggiore avversione al rischio a essere premiato è l’oro, che si porta sopra quota 1.432 dollari l’oncia (vedi grafico).
Il bene rifugio per eccellenza è tuttavia ancora ben distante dai massimi di $1.900 testati nel 2011. Allora il contesto di tassi di interesse molto bassi e programmi di quantitative easing avrebbero fatto crescere l’inflazione, rendendo l’oro un asset ideale per salvaguardare i propri capitali contrariamente alla liquidità e ai conti risparmio.