Da George Soros, al cofondatore di Facebook Chris Hughes, Abigal Disney e Liesel Pritzker Simmons: sono in totale 18 i miliardari che con una lettera pubblicata sul web e rivolta a tutti i candidati alle elezioni presidenziali Usa del 2020 chiedono di aumentare le loro tasse.
E l’aumento della tassazione sui ricchi o una patrimoniale sui grandi patrimoni è tra i temi caldi che i candidati democratici in corsa per la Casa Bianca inseriranno nel loro programma. L’appello dei diciotto miliardari si sostanzia nella possibilità di tassare con un 2% aggiuntivo gli asset posseduti oltre il valore di 50 milioni di dollari e con una ulteriore imposta addizionale dell’1% sopra il valore di un miliardo di dollari.
Un appello che si affianca al progetto della senatrice democratica del Massachusetts Elizabeth Warren, che ha proposto una tassa sulla ricchezza delle 75mila famiglie più facoltose del paese.
“Se possedete 49,9 milioni di dollari – spiegano i firmatari – non pagherete questa tassa. Si stima che l’imposta potrà generare circa 3mila miliardi di introiti fiscali in dieci anni”.
Nel frattempo i sondaggi indicano che il 76 per cento degli elettori americani vuole tasse più alte sui ricchi, mentre il 59 è favorevole alla proposta della parlamentare democratica Alexandria Ocasio-Cortez di portare al 70 per cento l’aliquota marginale sui redditi oltre i 10 milioni. Certo è che i candidati democratici cavalcano l’onda del malessere popolare per una più equa distribuzione della ricchezza ma tra i candidati democratici per ora solo Sanders, Buttigieg e Beto O’Rourke hanno dato molto spazio nei loro programmi all’aumento delle tasse sui ricchi.