A due giorni dal summit tra il presidente Usa Donald Trump e il suo omologo cinese Xi, che si terrà sabato a margine del G20, il direttore di Global Times – un giornale cinese disponibile anche in lingua inglese – è tornato a twittare. Questa volta minimizzando l’ottimismo espresso dal segretario americano al Tesoro Steven Mnuchi su un potenziale accordo commerciale tra Usa e Cina. Hu Xijin – seguitissimo a Wall Street, perché spesso anticipa quanto viene poi detto da funzionari cinesi – ha scritto:
“Nessun funzionario cinese parla in questo momento con tale ottimismo. Con decine di ore rimaste prima del summit Xi-Trump, i media di stato cinesi hanno continuato a criticare duramente gli Usa, cosa che non è mai successa prima di precedenti summit Cina-Usa”.
Con questo tweet, Hu ha fatto riferimento a quanto detto ieri da Mnuchin ai microfoni di Cnbc:
“Il 90% circa è stato fatto, penso che ci sia il modo per completarlo [un accordo commerciale tra Usa e Cina]”. Secondo lui, “il messaggio che vogliamo sentire è che loro [i cinesi] vogliono tornare al tavolo [dei negoziati] perché penso ci siano ricadute positive per la loro economia e per quella statunitense al fine di riequilibrare il commercio e continuare a sviluppare la nostra relazione”.
Nessuno si aspetta che sabato i due leader raggiungano un’intesa. Il loro incontro è visto più come un’occasione per spianare la strada alla ripresa dei negoziati, saltati a maggio quando Washington ha accusato Pechino di essersi tirata indietro rispetto a impegni già presi.
Il presidente americano Donald Trump è intanto tornato a minacciare l’introduzione di dazi del 25% su 300 miliardi di dollari di importazioni cinesi, qualora l’incontro di sabato non andasse nella direzione desiderata da Washington. Donald Trump ha però ipotizzato che i dazi potrebbero essere al 10% e non al 25%.
In una intervista a Fox Business, l’inquilino della Casa Bianca ha detto:
“Il mio piano B con la Cina è incassare miliardi di miliardi di dollari al mese e fare sempre meno business con loro”. Il presidente Usa, che aveva detto che avrebbe imposto quei dazi se non avesse visto Xi Jinping al G20, ha ipotizzato una via di mezzo, ossia l’adozione di dazi al 10% invece che al 25%. “Il mio piano B potrebbe essere il mio piano A, il mio piano B è che se non sigliamo un accordo adotterò i dazi, magari non al 25% ma forse al 10%”.