La prossima manovra su cui il governo sta lavorando “non sarà lacrime e sangue”. Lo assicura il ministro dell’economia Giovanni Tria nel corso delle comunicazioni al Senato sugli esiti degli Ecofin di maggio e giugno, rispondendo alle domande dei senatori delle commissioni Bilancio e Finanze.
Per evitare la procedura Ue c’è stata una correzione molto forte, una delle più forti con un aggiustamento strutturale, forse il primo degli ultimi anni, condotto in una fase dell’economia abbastanza difficile in cui siamo ancora vicini a crescita zero. L’intervento ci ha messo in sicurezza anche sui mercati finanziari. Alcuni hanno parlato di manovra correttiva ma non c’è stata, perlomeno nel senso tradizionale del termine, c’è stata una correzione del bilancio in base agli andamenti della finanza pubblica. Non basta ridurre le tasse perché se c’è incertezza nessuno investe. Dare sicurezza e prospettiva alla finanza pubblica significa far sì che anche interventi di riduzione fiscale abbiano effetto, altrimenti non hanno effetto. Quindi mettere in sicurezza i conti evitando la procedura è stata un’operazione importante (…) Non c’è stato nessun collegamento tra il dialogo con la commissione sul nostro bilancio e la procedura di infrazione con altre discussioni che riguardino nomine o altro: sono state tutte portate su piani completamente diversi, non c’è stato alcun collegamento e nessuna commistione. Il consolidamento dovrà proseguire anche nel prossimo anno ma non ci saranno manovre “lacrime e sangue”.
Nella lettera di Valdis Dombroskis e Pierre Moscovici in risposta alla lettera del premier, Giuseppe Conte, e dello stesso Tria, però la Commissione avverte l’Italia che non è certo finita qui.
La commissione monitorerà da vicino l’esecuzione del bilancio 2019 e valuterà anche il rispetto della bozza di legge di bilancio 2020 con il Patto di Stabilità.