Il settore finanziario resta un mondo impregnato da una cultura maschilista e sessista. È quanto mette in evidenza il quotidiano Le Monde, in un articolo che mette nero su bianco i risultati di 200 studi di settore portati avanti in quest’ultimo decennio su base internazionale per verificare le diseguaglianze di genere in ambito bancario e delle imprese.
Quello che emerge è che gli stereotipi sembrano duri a morire. Descritte come inadatte al mondo della finanzia perché più caute e meno aggressive rispetto ai colleghi uomini, le donne sono ancora oggi considerate poco affini ad un settore che richiede competitività.
Ovviamente si tratta di un luogo comune. La realtà, secondo quanto viene fuori dagli studi, è completamente diversa: alcuni delle analisi prese in considerazione mostrano nelle donne una avversione più pronunciata verso il rischio rispetto gli uomini.
Allo stesso tempo, si dimostrano decisamente più generose, ottimiste e fiduciose e altruiste. Cercano sempre una scelta più sicura.
Guardando ai ruoli attualmente ricoperti dalla donne, emerge che al momento gli incarichi in cui le donne sono prevalenti sono soprattutto quelli delle risorse umane, segreteria o back office. In generale la loro presenza diminuisce in corrispondenza con l’aumento del livello di qualificazione, di prestigio e di stipendio. Sono in minoranza nelle attività meglio remunerate legate ai mercati finanziari e pochissime in borsa.
Un esempio per tutti: a Wall Street o a Londra guadagnano dal 25 a 60 per cento in meno, vengono promosse meno e godono di meno bonus.