Dopo la lotta ai contati, ora l’India ha deciso di intraprendere una nuova guerra contro le valute digitali. Secondo quanto riporta il quotidiano EconomicTimes, che cita un documento presentato al governo dal Comitato Interministeriale nominato alla fine del 2017, Nuova Delhi si appresta a mettere definitivamente al bando le criptomonete.
Il divieto riguarderà sia le valute private delle imprese digitali straniere, come Bitcoin o come quella annunciata da Facebook, sia quelle indiane: ogni tipo di attività connessa a questi circuiti sarà punita come criminale, con multe severe e pene fino a dieci anni di carcere.
Tuttavia, il Comitato suggerisce al governo e alla Rbi, la Banca Centrale indiana, di sviluppare un modello di moneta digitale ufficiale da introdurre nel paese, sotto il controllo della Rbi, e con l’istituzione di uno speciale ente regolatorio.
“Non è possibile avere soggetti privati che emettono strumenti valutari perché ciò minerebbe completamente e distruggerà la stabilità macroeconomica e finanziaria”, ha affermato in un’intervista all’Economic Times, il governatore della banca centrale indiana Shaktikanta Das, aggiungendo che “l’emissione di valuta è una funzione sovrana”.
Shaktikanta Das ha ricordato inoltre che:
“Ci sono preoccupazioni per il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, terreni su cui l’India ha fatto molti passi sul fronte della prevenzione. Inoltre, tutte queste criptovalute hanno il potenziale di essere uno schema Ponzi”.