A giugno il prezzo dell’oro è aumentato di quasi il 10%, passando da circa 1.300 dollari per oncia all’inizio del mese a livelli di circa 1.430 dollari alla fine del mese. Si è trattato di un movimento improvviso e significativo. Anche la volatilità dell’oro è aumentata notevolmente; la volatilità ad un anno è passata da circa il 10% all’inizio di giugno a circa il 14% alla fine del mese.
Le ricerche su Google attraverso le keywords “prezzo dell’oro” sono aumentate di quasi il 100% a giugno, indicando la velocità, la sorpresa e l’entità dell’impennata del prezzo del metallo giallo.
Riteniamo che l’impulso principale per questo aumento sia la prospettiva di un ulteriore allentamento monetario aggressivo da parte di molte delle principali banche centrali mondiali. Finora quest’anno, la Reserve Bank of Australia (RBA) e la Reserve Bank of New Zealand (RBNZ) hanno ridotto i tassi di interesse a causa della bassa inflazione.
Anche la Federal Reserve statunitense sembra destinata a tagliare i tassi nei prossimi mesi, il che significa che i tassi di interesse reali statunitensi perderanno il loro profilo positivo prima della fine dell’anno. Storicamente, i prezzi dell’oro si muovono in maniera inversa rispetto ai tassi di interesse reali statunitensi, e quindi la prospettiva di tassi di interesse reali USA più bassi è un’evoluzione positiva per l’oro. Poiché il tasso dei Fed funds è solo del 2,5%, l’entità dei possibili tagli dei tassi è piuttosto limitata rispetto alle precedenti recessioni economiche.
Ciò significa che la Fed potrebbe mettere in campo nuovamente le sue politiche di quantitative easing, il che implica un elevato rischio di grave debolezza del dollaro USA e, di conseguenza, un aumento significativo dei prezzi dell’oro nei prossimi trimestri.
La BCE ha indicato che nei prossimi mesi ridurrà ulteriormente il tasso sui depositi (-0,4%). La riduzione del tasso sui depositi riflette un’inflazione contenuta e una crescita debole dell’economia dell’Eurozona. Le previsioni di consenso suggeriscono che la BCE ridurrà il tasso sui depositi di 10-20 punti base. Si tratta di un’evoluzione molto costruttiva per il prezzo dell’oro, in quanto i costi fisici di stoccaggio dell’oro sono meno costosi del tasso negativo della BCE. Di conseguenza, molti investitori potrebbero essere tentati di acquistare oro fisico in alternativa al deposito di denaro presso la BCE. Vi è anche il rischio di ulteriori misure di stimolo da parte della BCE, che andranno a vantaggio del prezzo dell’oro. In particolare, la BCE potrebbe riprendere il suo programma di quantitative easing e questa volta potrebbe includere acquisti di debito bancario, non solo di debito sovrano.
Su scala globale, il ritorno di un allentamento monetario aggressivo da parte delle banche centrali mondiali è chiaramente una buona notizia per il prezzo dell’oro e aumenta la possibilità di esplosivi movimenti al rialzo verso la fine dell’anno, in particolare se le maggiori banche centrali mondiali si orientano verso la ripresa del QE. Ciò non è ancora completamente prezzato dai mercati.
Infine, molte banche centrali dei paesi in via di sviluppo continuano a diversificare il loro mix di riserve e l’oro continuerà a rappresentare una quota maggiore di tale mix. La banca centrale russa e quella cinese continueranno ad aumentare le loro riserve auree nel tempo, e quindi continuerà ad esserci una discreta domanda sottostante a sostegno del prezzo dell’oro. Nel complesso, siamo abbastanza positivi sul metallo giallo e ci aspettiamo che il suo prezzo si sposti facilmente verso i 1.600 dollari l’oncia nel corso del prossimo anno.