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Trump vuole abbattere il dollaro forte e detta la linea alla Fed

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Dopo la netta svalutazione dello yuan cinese in risposta alle pressioni dei dazi Usa, il presidente Trump ha apertamente dichiarato che il dollaro forte non è positivo per il Paese – e che sta alla Federal Reserve intervenire. Da inizio anno il dollaro si è rafforzato del 2,3% circa rispetto all’euro e del 2,4% rispetto allo yuan.

“Con sostanziali tagli della Fed (non c’è inflazione) e nessun restringimento quantitativo, il dollaro consentirà alle nostre società di vincere contro qualsiasi concorrenza”, ha twittato il presidente americano, “si potrebbe pensare che io sia soddisfatto del nostro dollaro molto forte, ma non lo sono! L’elevato tasso d’interesse della Fed, in rapporto a quello degli altri Paesi, sta mantenendo il dollaro caro, rendendo più difficile [esportare] per i nostri grandi nomi del manifatturiero come Caterpillar, Boeing…“.

In conclusione della serie di tweet, l’ultimo affondo di Trump sulla Fed: come compagnie “nel mondo nessuno ci avvicina, ma sfortunatamente lo stesso non può essere detto sulla nostra Federal Reserve”, ha scritto, “hanno sbagliato ad ogni passo fatto sulla strada e comunque stiamo ancora vincendo. Si può immaginare cosa sarebbe successo se avessero agito nel modo giusto?”.

In giornata la Banca Popolare Cinese ha fissato il cambio medio dello yuan a 7,0039 per dollaro, con la possibilità di fluttare fino al 2% in più o in meno rispetto a tale livello: si tratta del punto medio più debole dal 21 aprile 2008, ma è pur sempre un livello meno aggressivo rispetto a quello di una vera e propria guerra valutaria.