La ricchezza della generazione dei baby boomers, coloro che sono nati tra il 1945 ed il 1959 in Nordamerica e in Europa, è andata in fumo. I segnali delle difficoltà, vale a dire pensioni che scompaiono, spese mediche che aumentano vertiginosamente, risparmi inadeguati, si stanno accumulando da anni e ora, secondo un articolo del Financial Times, sono chiaramente visibili nel numero di coloro che dichiarano bancarotta. Negli Stati Uniti, una persona su sette che va in bancarotta ha 65 anni o più, un numero quintuplicato negli ultimi 25 anni.
L’articolo, cita una ricerca dal titolo “Graying of US Bankruptcy”, da cui emerge una significativa impennata delle istanze di fallimento nella fascia più anziana della popolazione americana: se nel 1991 le persone di età superiore ai 65 anni, che avevano presentato istanza di bancarotta erano solo il 2% del totale, questa percentuale è salita a oltre il 12% nel 2016. Naturalmente, anche la popolazione totale di anziani in percentuale alla popolazione adulta degli Stati Uniti è cresciuta, ma solo del +2,3%, passando dal 17% al 19,3% della popolazione al.
“L’invecchiamento della popolazione può spiegare solo una piccola parte di ciò che sta accadendo nei tribunali fallimentari”, si legge nella ricerca.
La crescita del numero di fallimenti fa parte di una più ampia tendenza che vede la popolazione anziana sempre più in difficoltà, quando si tratta di conservare le ricchezze accumulate durante gli anni di lavoro. Questo perché – evidenzia lo studio – vivono più a lungo, pagano costi medici sempre più elevati, e molti di loro hanno pensioni aziendali ridotte o nulle e risparmi personali ridotti.
Il report ricorda inoltre come la maggior parte degli anziani sono stati cresciuti da genitori che erano esplicitamente contrari a prendere in prestito denaro, specialmente dopo il pensionamento. Ma ora le cose sono cambiate. Secondo un recente sondaggio della Federal Reserve sulle finanze dei consumatori, solo un americano su cinque di età pari o superiore a 75 anni era in debito nel 1989. Nel 2016, quasi la metà era in debito. Tutto questo avviene in un periodo in cui la disuguaglianza di ricchezza negli Stati Uniti è ai massimi storici.