Se la guerra dei dazi riduce lo scambio delle merci, non tutti i titoli azionari ne subiscono le conseguenze nella stessa misura: a soffrire di più, infatti, sono le società che producono beni. Una strategia presentata dall’equity strategist di Goldman Sachs, David Kostin, cerca proprio di sfruttare il potenziale delle società che, al contrario, forniscono servizi, incrementandone il peso in portafoglio per affrontare la fase di forti tensioni commerciali. In particolare, risulterebbero più attraenti le imprese attive nel media entertainment e software, ma anche titoli come Walmart, Berkshire Hathaway, Facebook e Verizon.
“Le azioni del settore servizi hanno una minore esposizione ai conflitti commerciali poiché hanno costi di input esteri inferiori soggetti a tariffe, mentre le vendite fuori dagli Usa sono inferiori rispetto alle aziende produttrici di merci”, ha dichiarato David Kostin, in una nota ai clienti.
Secondo lo strategist di Goldman Sachs le società che forniscono servizi hanno sovraperformato le controparti produttrici di beni per 530 punti base nel 2019 e di 150 punti base nel terzo trimestre.“Un maggiore aumento per i prezzi dei servizi dovrebbe favorire, inoltre, questo comparto rispetto alle aziende legate alla produzione di merci”, ha aggiunto Kostin, “tuttavia, la valutazione relativa dei settori Servizi vs. Merci è leggermente elevata rispetto alla media storica”.
In giornata Goldman Sachs ha scontato con maggior severità le conseguenze della guerra commerciale nelle previsioni per il Pil americano, riviste al ribasso per il quarto trimestre di 20 punti base, all’1,8%.