Gli investitori stanno sopravvalutando quello che la Federal Reserve e il governo americano potrebbero fare contro il rallentamento dell’economia americana. E’ quanto afferma il capo strategist per l’azionario di Morgan Stanley, Mike Wilson, riassumendo la sua posizione con due espressioni: la fine del “Fed put” e del “Trump put”. Le opzioni put, in generale, consentono di coprirsi dal rischio di ribasso di un titolo assicurandosi la possibilità di venderlo a un prezzo pre determinato in un certo momento.
Le due espressioni utilizzate da Wilson descrivono la fiducia del mercato sul fatto che la Fed e l’amministrazione Trump aumenterebbero gli stimoli, nell’eventualità di un forte rallentamento dell’economia americana. Questa fiducia, però, secondo Wilson, sarebbe mal riposta.
Nelle prossime settimane, prevede lo strategist, il mercato azionario statunitense potrebbe perdere un’ulteriore 8%.
“Il Fed put scade quando termina quando questa taglia i tassi”, ha detto l’analista a MarketWatch, “la speranza di tagli da parte della Fed ha favorito i mercati tutto l’anno, ma i tagli dei tassi non sono positivi per il mercato se stai andando in recessione”. Se un ciclo di innalzamento dei tassi si interrompe in genere i mercati la prendono bene, ha spiegato Wilson, ma “quando la Fed taglia i tassi dopo una pausa, il mercato non lo apprezza perché ciò implicherebbe che le cose si sono deteriorate e che l’interruzione nei rialzi dei tassi non è stata sufficiente”.
Anche la possibilità che il governo americano dia una mano si sono ridotte, in particolare se si considerano i pochi progressi sul fronte della guerra commerciale. “E’ abbastanza chiaro che la probabilità di un accordo con la Cina è diminuita drasticamente”, ha detto. “gli investitori si sono concentrati sulla Fed e non si sono accorti che la retorica commerciale si è notevolmente deteriorata a luglio”, fino all’approvazione di un nuovo round di tariffe a partire da settembre, che ha innescato le vendite nel mese in corso.