Negli ultimi mesi la Banca Centrale Europea ha lasciato intendere che attuerà tutte le misure necessarie a salvaguardare la crescita e aumentare l’inflazione nell’Eurozona. Nel frattempo, il contesto politico e macroeconomico ha evidenziato un deterioramento. Ci aspettiamo pertanto che alla prossima riunione la Banca Centrale annunci nuovi interventi di stimolo monetario.
In sintesi
- Prevediamo che la BCE vari misure di stimolo concrete alla riunione del 12 settembre, in linea con le dichiarazioni di luglio.
- Tra i possibili interventi rientrano un taglio dei tassi, l’introduzione di un Sistema di depositi a diversi livelli per le banche e un rafforzamento della forward guidance; non ci aspettiamo invece il lancio di un nuovo programma di acquisto di asset viste le divergenze di opinione tra i funzionari della BCE.
- È probabile che i mercati rimangano delusi, e in tal caso gli investitori potrebbero trarre vantaggio dalle dinamiche di tassi di interesse e spread.
Alla riunione del 25 luglio la Banca Centrale Europea ha confermato la linea tracciata dal Presidente Mario Draghi a Sintra, Portogallo, un mese prima: la BCE è pronta a varare le misure necessarie a salvaguardare la crescita e a portare l’inflazione verso il target del 2%. I team della BCE hanno poi ricevuto l’incarico di esaminare tutti i possibili interventi di stimolo monetario, incluso il riavvio del programma di acquisto di obbligazioni.
Da allora la situazione politica ed economica è peggiorata:
- L’Eurozona, in particolare la Germania, è definitivamente entrata in una fase di decelerazione economica.
- Nell’Area Euro l’inflazione resta anemica: inflazione dei prezzi al consumo (CPI) all’1% e CPI core allo 0,9% in agosto.
- I rischi politici e geopolitici sono aumentati: escalation delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina e rischio tangibile di hard Brexit.
- Le attese inflazionistiche sono tornate su livelli prossimi ai minimi storici: il 4 settembre lo swap a 5 anni su un orizzonte quinquennale era pari all’1,20%. Tale dato sulle stime d’inflazione a medio termine indica che i mercati dubitano della capacità della BCE di far salire l’inflazione.
- In luglio la Federal Reserve USA ha abbassato i tassi.
Di conseguenza, prevediamo che il 12 settembre la BCE annunci misure di stimolo monetario più concrete, tra cui un taglio di 10pb del tasso di deposito, l’introduzione di l’introduzione di un Sistema di depositi a diversi livelli per le banche (prevedendo la tassazione delle riserve bancarie in eccesso sulla base di una soglia specifica per ogni istituto) e una forward guidance più solida con l’impegno esplicito a mantenere i tassi di riferimento ancora bassi per lungo tempo.
Al momento, una ripresa del programma di acquisto di obbligazioni ci sembra tuttavia improbabile. Dalle ultime dichiarazioni dei funzionari dell’autorità monetaria traspare una mancanza di accordo circa l’opportunità di un nuovo quantitative easing (QE), ma l’opzione non è stata accantonata. Inoltre è plausibile che la BCE voglia assicurarsi un certo spazio di manovra in caso di ulteriore deterioramento del contesto economico e politico, oltre a lasciare uno strumento utile a disposizione del prossimo Presidente.
Infine, non si esclude che la Banca Centrale Europea stia cercando di riguadagnare un po’ di “libertà” dai mercati, le cui attese sono talmente elevate da tenere l’autorità monetaria quasi “in ostaggio”.
Poiché i mercati si aspettano un pacchetto di stimoli più ampio (scontano una probabilità dell’80% di un taglio dei tassi di 20pb e l’annuncio della ripresa del QE), non escludiamo delusioni. In tal caso gli investitori potrebbero trarre vantaggio dalle tensioni sul fronte dei tassi e degli spread per acquistare sulla debolezza, in particolare rafforzando la duration sui titoli sovrani e ampliando l’esposizione creditizia.