Non si arresta l’emorragia occupazionale nelle banche. Tassi di interesse negativi insieme al rallentamento economico stanno spingendo le banche a ridurre le spese e quindi ad intensificare i tagli al personale. Da inizio anno, secondo Bloomberg, nel settore sono andati in fumo circa 60 mila posti, 58.200 per la precisione. Del totale circa il 90% dei posti andati in fumo coinvolgono banche europee (52.424). A distanza il Nord America (2.769), il Medio Oriente e Africa (2.487) e Asia (513).
Parlando del Vecchio Continente, l’ultimo annuncio in ordine temporale è arrivato da Commerzbank, che la scorsa settimana ha previsto di eliminare 4.300 posizioni e la chiusura di 200 filiali.
Negli scorsi mesi, si era parlato della dieta dimagrante a cui si era sottoposta la prima banca di Germania, Deutsche Bank, con il ceo Christian Sewing che aveva previsto di ridurre la forza lavoro di 20 mila unità.
Non fa eccezione l’Italia. Secondo una ricerca diffusa nei mesi scorsi dall’ufficio studi di First Cisl, in 8 anni il conto è salatissimo con 44 mila posti di lavoro andati in fumo, di cui 13.500 solo nel 2017. Alla fine del 2009 i bancari erano più di 330 mila, nel 2017 sono scesi quasi a 286 mila. “Al Nord abbiamo perso un addetto su 10, al Sud quasi 2 su 10” aveva denunciato il segretario generale, Giulio Romani, in occasione della diffusione del report.