È stato un anno in crescita il 2018 delle Casse previdenziali professionali. A fine anno, le risorse complessive, calcolate a valore di mercato, ammontavano a 87 miliardi di euro con un aumento del 56,2% rispetto al 2011 e dell’1,9% sul 2017 (+1,6 mld). Su base annuale la crescita media è stata del 6,6%, con valori più marcati nei primi quattro anni (+7,9%) rispetto ai successivi tre anni (+4,9%).
È quanto emerge dal “Quadro di sintesi 2018 sulle politiche di investimento’ delle Casse professionali presentato ieri dal presidente della Covip, Mario Padula.
Restano sempre molto ampie, spiega la Covip, le divergenze sia nelle attività che nelle dinamiche di crescita delle singole Casse: circa il 73% delle risorse totali si riferisce a sole 5 Casse (Enpam, Cassa Forense, Inarcassa, Cassa dottori commercialisti, Enasarco), le prime tre delle quali sommano il 54% del totale dell’attivo (era il 47% nel 2011).
Concorrono a spiegare le diverse dimensioni dell’attivo le differenze tra i saldi previdenziali che dipendono dai regimi contributivi e delle prestazioni, oltre che dalle caratteristiche economiche e socio-demografiche delle diverse platee di riferimento delle singole Casse.
Nelle prime quattro Casse, in particolare, si concentra l’80% del flusso netto tra contributi e prestazioni, che è pari a 2,7 mld di euro. In una quadro tendenzialmente positivo, spiccano due eccezioni. La Cassa geometri e l’Inpgi (la cassa dei giornalisti) le cui prestazioni superano i contributi. Negli altri casi, la differenza è positiva e varia dall’1% dell’Enpaia all’8,5% dell’Enpav.
Complessivamente, il risparmio previdenziale intermediato da Casse e Fondi pensione ha raggiunto dimensioni ragguardevoli e, a fine 2018, le risorse totali sono pari a 254,2 miliardi di euro, il 14,4% del Pil: 87 miliardi di euro fanno capo alle Casse e 167,2 miliardi ai Fondi pensione.
Per quanto riguarda gli investimenti immobiliari, questi ultimi ammontano a 19,7 miliardi di euro (19,4 nel 2017), subiscono una leggera riduzione in percentuale dell’attivo (22,7 contro 22,8%); tra le diverse componenti, è in aumento l’incidenza delle quote di fondi immobiliari (dal 16,1 al 16,5%), mentre diminuisce quella degli immobili detenuti direttamente (dal 6,1 al 5,6%).
Covip sottolinea “la forte eterogeneità che contraddistingue i portafogli delle singole Casse con un’ampia dispersione e variabilità per quasi tutte le componenti delle attività investite”.
“Il processo di definizione e progressivo miglioramento degli assetti regolamentari e organizzativi sarebbe certamente agevolato dall’adozione del regolamento in materia di investimento delle risorse finanziarie, di conflitti di interessi e di depositario. La persistente assenza del regolamento, atteso ormai da otto anni, rappresenta un grave vuoto normativo che va assolutamente colmato” ha affermato il presidente della Covip, Mario Padula.