Abbiamo chiesto agli amministratori delegati dei principali istituti di credito italiani come vedono il futuro del settore bancario sempre più alle prese con la sfida tecnologica.
Oggi ne parliamo con Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum.
“La Banca del Futuro? Con le dovute rivisitazioni dettate dai profondi cambiamenti imposti dalla tecnologia, credo che il modello vincente sarà ancora quello che già ci appartiene”. Massimo Doris, AD di Banca Mediolanum sembra avere le idee chiare in proposito.
”Il digitale sta trasformando le banche in maniera radicale e noi osserviamo questo cambiamento pronti a cavalcarlo, pronti anche a copiare ciò che dovesse fare al caso nostro. Se qualcuno inventa qualcosa di buono perché non seguirlo?”.
Doris sottolinea che, però, non è tutto oro quello che sembra luccicare.
”Guardiamo alle neo-banche. Si tratta di protagonisti nuovi dell’agone finanziario. Revolut ed N26 ad esempio. Stanno conquistando fette di mercato importanti, aprono migliaia di conti correnti ogni giorno, ma a quei conti corrispondono masse di risparmio che per ora sono molto piccole. Guai a sottovalutarle però – ammonisce Doris – con il tempo quelle masse cresceranno. La storia di Revolut e di N26 ci sta indicando che ci sono anche altre strade da seguire. E noi non possiamo non esserci”.
E lo human touch?
“E’ tutta lì la nostra differenza – spiega con orgoglio – quanti di noi hanno comperato uno smartphone da Amazon? O direttamente dal sito di Apple o Samsung? Ma se poi quello smartphone dovesse avere dei problemi, se più semplicemente si dovesse rompere il display, come potremmo occuparcene senza assistenza?
In finanza avremo sempre più bisogno di specializzazione umana. Quando c’è da progettare le nostre vite, quella dei nostri figli, quando dobbiamo comperare casa, abbiamo bisogno di qualcuno che ci prenda per mano e ci guidi. Man mano che la digitalizzazione crescerà, altrettanto importante sarà la crescita, in termini di competenze dei consulenti finanziari in generale, dei nostri Family Banker in particolare”.
Dopo aver parlato delle accelerazioni digitali Massimo Doris si sofferma ad identificare il Family Banker del futuro.
“In una convention di qualche anno fa – racconta – mio padre disse che ci sarebbero stati molti dei nostri consulenti che avrebbero gestito centinaia di milioni di euro. Allora sembrava folle. Ma mio padre aveva ragione. Oggi molti dei nostri wealth advisor gestiscono più di 100 milioni ed i patrimoni tendono a crescere sempre di più.
Ebbene la tecnologia permetterà a molti dei nostri di gestire più di mille clienti e con patrimoni sempre crescenti”.
Digitale e rapporto umano correranno a braccetto?
“Su temi specifici il FB sarà accompagnato da supporti tecnologici sempre più performanti, da un lato, e dall’altro da specialisti in grado di far fronte alle esigenze più complesse. Noi lo stiamo già facendo grazie alla nascita di due categorie di professionisti, quelli che si occupano di credito e quelli che invece si occupano di protezione”.
Il cliente al centro. Sempre.
“Quando penso ai clienti della mia banca, non penso al loro portafoglio titoli e fondi – sottolinea l’AD di Banca Mediolanum – Penso alle loro vite. Guardo ai loro figli, alla qualità degli studi che faranno, al momento in cui entreranno nel mondo del lavoro. Guardo al momento in cui i miei clienti smetteranno di lavorare e avranno necessità di godere del frutto di tanti anni di sacrifici e avranno le risorse per farlo. Il denaro è un mezzo, non un fine.
Un mezzo per costruire progetti e sogni. Ma quando si intraprende un viaggio, oltre a disegnarne il percorso bisogna fare in modo che la meta sia raggiunta sempre, in un modo o nell’altro. Proteggere, garantire e costruire. Il nostro modello di banca? Credo che a prescindere dal come, sarà quello che terrà il nostro cliente sempre al centro delle nostre attenzioni”.
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