Quota 100 terminerà alla fine della sperimentazione triennale, ossia al 2021. La conferma arriva dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico, a Circo Massimo, su Radio Capital, dicendosi concorde con il ministro dell’economia Roberto Gualtieri che qualche giorno fa aveva precisato che l’accesso alla pensione in anticipo previsto dal precedente governo terminerà a scadenza naturale.
“Quota 100 ha una data di scadenza definitiva. La misura deve concludersi nel triennio e poi finire lì, nel 2021. Sono d’accordo con il ministro dell’Economia Gualtieri. Esiste una fetta di pensionandi che hanno avuto una carriera difficile, o comunque vogliono andare via prima, magari prendendo qualcosa di meno. La loro è un’opzione. E infatti a oggi a scegliere quota 100 sono stati in 180mila, quest’anno ci fermeremo sotto i 200mila. Stime prudenti. Chi diceva che ci sarebbe costato 15-20 miliardi faceva stime tendenziose. Nel 2019 risparmiamo 2,5 miliardi: siamo contenti”.
Intanto, sempre sul tema previdenziale, pare che il governo sia propenso ad aprire ai sindacati sulla rivalutazione delle pensioni. Come riporta Il Messaggero, si terrà venerdì a Palazzo Chigi un tavolo tecnico su questo tema e i sindacati sperano di poter strappare qualche novità positiva sul tema dell’adeguamento all’inflazione dei trattamenti previdenziali che oggi, al di sopra dei 1.520 euro mensili lordi, è riconosciuto in misura parziale e decrescente in base al reddito.
Quest’anno sarebbe dovuto tornare in vigore il sistema di rivalutazione quasi pieno degli assegni, ma il precedente governo ha deciso che per tre anni questo meccanismo sarebbe stato sostituito da uno più penalizzante per cui le decurtazioni della rivalutazione riconosciuta sono sull’intero importo della pensione e arrivano al 60% per i trattamenti più alti. Il tutto per far risparmiare all’Erario 253 milioni nel 2019, 742 nel 2020 e 1,2 miliardi nel 2021, risorse a cui si dovrà almeno parzialmente rinunciare in caso di dietrofront come chiedono i sindacati.