Mentre il caos politico britannico continua a caratterizzare i giorni fondamentali sull’esito della Brexit (con cinque ministri pronti a dimettersi in caso di uscita senza accordo dall’Ue), i rischi per gli investitori non possono dirsi del tutto prezzati dal mercato. Lo ha affermato l’index provider MSCI in un report: in caso di Brexit No deal, attualmente ritenuto lo scenario più probabile, il mercato azionario britannico cederebbe il 15%, mentre il tasso di cambio fra sterlina e dollaro potrebbe indebolirsi, a detrimento della prima, del 10%. L’euro, da parte sua, cederebbe il 5% sul dollaro. Infine, anche il mercato obbligazionario corporate finirebbe col risentirne, ha scritto MSCI, la cui analisi si basa sulle previsioni del World economic outlook del Fondo monetario internazionale.
Come più volte ricordato in questi anni l’uscita senza accordo comporterebbe danni per l’economia britannica per via del successivo innalzamento delle barriere tariffarie e non-tariffarie (regolamentazioni sull’accesso al mercato per le merci), controlli e rallentamenti alle frontiere. Sono danni che permarrebbero nonostante gran parte delle aziende si siano ormai preparate all’eventualità No Deal. L’impatto, pur presente anche negli altri Paesi Ue, sarebbe più forte proprio nel Regno Unito; con costi di finanziamento destinati a farsi più costosi.
“La Brexit è diventata un thriller politico sottolineato ancora dalla notizia [pubblicata martedì] secondo la quale Downing Street ritiene improbabile un accordo”, ha scritto MSCI, “la sterlina è al momento svalutata del 17% rispetto ai livelli pre-referendum e sia i mercati britannici ed europei hanno sottoperformato quelli globali”.
I mercati e i fondi britannici hanno già pagato in termini di deflussi l’ingresso di Boris Johnson alla carica di primo ministro, date le forti convinzioni a favore di una rottura netta con l’Ue ribadite costantemente durante l’era di Theresa May.
L’ipotesi di un accordo, tuttavia, cambierebbe radicalmente lo scenario:“i mercati azionari potrebbero rimbalzare, con il Regno Unito in grado di sovraperformare sui mercati azionari europei e statunitensi; la sterlina e l’euro potrebbero rafforzarsi rispetto al dollaro”, hanno scritto gli autori di MSCI, “supponiamo inoltre che, insieme alla sorpresa positiva per la crescita prevista futura, le obbligazioni sovrane potrebbero risentirne, poiché i tassi aumenterebbero leggermente”.
In caso di accordo, infine, i mercati azionari statunitensi beneficerebbero di una spinta del 2%, mentre i titoli tedeschi del 6%.