Confcommercio: crescita nulla, ma improbabile la recessione
Presenti segni di vitalità che permettono di procedere a un ritmo di un decimo di punto trimestre su trimestre. Poco anzi, pochissimo, eppure, anche grazie al confronto statistico con un depresso 2018, occupazione, fatturato nei servizi, clima di fiducia nella grande distribuzione e ICC permettono ancora di considerare residuale il rischio di entrare in recessione.
Così si legge nella relazione sulla congiuntura di Confcommercio relativa al mese di ottobre.
Il disinnesco degli aumenti Iva per il 2020 potrebbe diradare qualche nube, ammesso che la disordinata ricerca di risorse a copertura della manovra non disperda questo potenziale capitale fiduciario attraverso la minaccia di nuovi balzelli.
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Finale negativo a Piazza Affari. Acquisti su Generali e Mediobanca, arretrano Prysmian e Stmicroelectronics
A Wall Street si apre una settimana in ribasso dopo il rally post-elettorale. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, ha dichiarato che non c’è fretta di ridurre i tassi di interesse, mentre l’inflazione persiste. Con la prossima riunione della Fed in vista, le probabilità di un ulteriore taglio dei tassi sono diminuite. Gli indici Dow Jones, S&P 500 e Nasdaq aprono tutti in calo, mentre il prezzo del petrolio Wti scende.
Le vendite al dettaglio negli Stati Uniti hanno registrato un incremento dello 0,4% a ottobre, raggiungendo i 718,9 miliardi di dollari. Questo risultato ha superato le attese che erano di un +0,3%, consolidando un aumento del 2,8% rispetto allo scorso anno. Escludendo veicoli e carburanti, la crescita è stata dello 0,1%.
Le borse della Cina continentale chiudono in calo per il secondo giorno consecutivo, con investitori incerti sull’efficacia delle recenti misure di stimolo economico di Pechino. Nonostante le vendite al dettaglio siano aumentate del 4,8% a ottobre, la produzione industriale ha deluso le aspettative, crescendo solo del 5,3%.