Coro di proteste contro l´offerta del governo argentino sui Tango bond, su cui i risparmiatori dovranno decidere a partire dal 14 gennaio. Una scelta non facile perché da un lato ci sono le condizioni offerte dal governo di Buenos Aires, non certo vantaggiose, ma dall´altra c´è il rischio – non aderendo all´offerta – che se l´Argentina non rivede in meglio la sua proposta, le vecchie obbligazioni non consegnate diventino carta straccia.
Dopo Nicola Stock, presidente della Task force Argentina, ieri è stata la volta di Elio Lannutti, di Intesa consumatori: «Consiglio ai possessori di bond di rifiutare l´offerta perché l´Argentina prima o poi dovrà migliorarla».
Lannutti si è scagliato anche contro la Consob, accusandola senza mezzi termini di «rischiare di essere complice delle malefatte del governo argentino, perché ha approvato rapidamente un prospetto che lascia troppo a desiderare e che discrimina tra i risparmiatori, mentre doveva mettere paletti ben diversi».
La Consob, dal canto suo sostiene di non aver mai espresso un giudizio nel merito, ma solo formale, e di aver consigliato a ogni singolo risparmiatore di svolgere «una propria indipendente valutazione», di consultare i documenti messi a disposizione e di rivolgersi a consulenti finanziari e fiscali. L´Autorità di vigilanza, infatti, «non può dare consigli di acquisto, ma verificare solo se le informazioni del prospetto sono trasparenti e conformi al contenuto dell´offerta», affermano ambienti vicini alla Commissione.
Lannutti, però, attacca l´Autorità anche per un´altra ragione. Le associazioni dei consumatori avevano chiesto alla Consob di farsi consegnare i tabulati delle banche per vedere come e quando i titoli argentini sono finiti ai clienti. «Voi avete il dovere di acquisire i tabulati e le banche non ve li possono negare, abbiamo detto a Cardia, ma non l´ha fatto», ha dichiarato Lannutti all´Ansa, invitando i risparmiatori a fare causa alla banche.
La voce delle associazioni dei consumatori non è stata l´unica, ieri, a levarsi contro la Consob sul caso-Argentina. Sul via libera al prospetto, è intervenuto anche il senatore Luca Ronconi, dell´Udc: «Stupisce e allarma il silenzio del Tesoro e ancora di più della Banca d´Italia sulle decisioni della Consob – ha detto – rispetto al prospetto proposto per il rimborso delle obbligazioni argentine». In modo ancora più deciso, il senatore ha dichiarato che «si tenta di ripetere con l´assordante silenzio di oggi da parte degli organismi preposti ai controlli il vergognoso comportamento della vendita da parte delle banche italiane dei bond argentini ai risparmiatori italiani». Ronconi ha concluso ricordando che è il momento giusto per riprendere i lavori sul disegno di legge sulla difesa del risparmio, messo in cantiere dopo i crac Cirio e Parmalat.
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