Economia

L’addio di Draghi: “Autorità fiscale centrale prossima sfida per l’euro”

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La Banca centrale europea dice addio al presidente Mario Draghi senza offrire ulteriori colpi di scena dopo l’exploit del meeting di settembre. Confermato il riavvio del programma di Quantitative easing a 20 miliardi di euro di acquisti netti di asset a partire da novembre, così come restano invariati i tassi negativi sui depositi (-0,5%) e il programma di tiering che permette di applicare il costo solo sui depositi che eccedono una determinata soglia. Le attese della vigilia, dunque sono state rispettate. E’ attesa per le 14 e 30 la conferenza stampa, l’ultima da presidente, di Mario Draghi (gli aggiornamenti sulla conferenza di Draghi sono in coda al presente articolo). “Questa esperienza è stata molto profonda, ma è presto per dire che cosa mi lascerà”, ha commentato Draghi.

Di seguito il comunicato Bce.

 

“Nella riunione odierna il Consiglio direttivo della Banca centrale europea ha deciso che il tasso di interesse sulle principali operazioni di rifinanziamento e i tassi di interesse sulla struttura di prestito marginale e sulla struttura di deposito rimarranno invariati allo 0,00%, 0,25% e -0,50% rispettivamente. Il Consiglio direttivo si aspetta che i tassi di interesse chiave della Bce rimangano ai loro livelli attuali o inferiori fino a quando non avrà visto le prospettive di inflazione convergere saldamente a un livello sufficientemente vicino, ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione

“Il Consiglio si aspetta che il Qe funzioni “il più a lungo possibile per rafforzare l’impatto accomodante dei suoi tassi ufficiali e per poi terminare poco prima che si inizi ad aumentare i tassi di interesse chiave della Bce”.

“Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, i pagamenti principali derivanti dalla scadenza dei titoli acquistati nell’ambito dell’App (Qe) per un periodo di tempo prolungato e successivo alla data in cui inizierà ad innalzare i tassi di interesse chiave della Bce, e comunque per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

 

Neil MacKinnon, di VTB Capital, ha rimesso in luce come le ultime settimane della presidenza Draghi abbiano lasciato pochi dubbi sul fatto che il Consiglio direttivo sia diviso sul futuro corso che la politica monetaria europea dovrebbe assumere.

“Whatever it takes” non può più essere il modus operandi della Bce sotto Christine Lagarde. I falchi della Bce sono preoccupati che un’ulteriore deriva nel territorio a tasso negativo accelererebbe la “giapponeseizzazione”, mentre una significativa espansione nel bilancio della Bce è la strada per la monetizzazione del debito. Nel frattempo, la crisi economica tedesca sta trascinando il resto della zona euro in recessione e disinflazione. Sarà meno su ciò che la politica monetaria può fare, quindi i tassi negativi usciranno gradualmente dall’agenda, l’enfasi sarà più sulla ristrutturazione e sulla ricapitalizzazione delle banche … l’espansione del bilancio diventerà più graduale con un’enfasi sull’espansione fiscale, ha scritto MacKinnon.

 

“Un’autorità fiscale centrale” è quanto manca all’architettura dell’euro, ha detto Draghi, un’assicurazione o un budget che entrino in gioco quando le economie finiscono nei guai… “ma congegnato in un modo che non incentivi l’azzardo morale; quest’ultimo è stato il maggior ostacolo finora”, ha aggiunto.