UniCredit in sella alla classifica delle banche italiane per attivi tangibili (828 miliardi), seguita da Intesa Sanpaolo con 778,6 miliardi.
Così quanto emerge dal rapporto “Le principali società italiane” dell’Area Studi Mediobanca, l’aggiornamento annuale dell’indagine sulle Principali Società Italiane che analizza i bilanci di 3.452 aziende, suddivise in base al settore in cui operano.
In particolare esamina i bilanci di 2.577 società industriali e di servizi, 247 holding, 27 sim, 28 società di leasing, 40 factorng e credito al consumo, 422 banche e 111 assicurazioni.
Focus sulle banche italiane
Ebbene soffermandoci sulle banche, il rapporto rivela a livello generale un continuo miglioramento del cost/income che scende al 66,9% a fine 2018 dal 75,1% dell’anno prima con le banche commerciali (65,9%) che fanno meglio di Bcc (75,1%) e popolari (72,3%).
In crescita i ricavi (+2,1%) grazie alla dinamica del margine di interesse (+6,1%) a fronte di commissioni in calo (-1,5%) e ricavi da trading pressoché stabili.
Il dato che merita più attenzione è quello riguardante la forza lavoro e gli sportelli.
Diminuiscono gli sportelli e lavoratori
Secondo quanto rivela il rapporto di Mediobanca nel 2018 il numero dei dipendenti bancari è sceso di 9.000 unità, portando il totale dell’ultimo decennio a 51.000.
In generale la forza lavoro è calata del 3,1%, con una perdita di quasi 9mila posti. Le banche commerciali hanno ridotto gli organici del 4% (poco meno di 7mila unità), mentre le popolari hanno tagliato la forza lavoro del 3% (poco meno di 2mila unità).
In leggero calo anche gli organici delle Bcc. Negli ultimi dieci anni, il taglio occupazionale è stato di circa 51 mila unità (-17,4%).
Oltre ai dipendenti, chiudono anche 2.000 sportelli (8.000 in meno negli ultimi 10 anni).
A tagliare di più sono state le banche popolari (-10,7%) seguite dagli istituti commerciali (-7,7%). In media ci sono 11 dipendenti per sportello e 7 per le Bcc.