Il lavoro da remoto, uno degli aspetti caratterizzanti dello smart working, viene spesso descritto come un sistema di organizzazione che riesce a coniugare la meglio le sfere lavorativa e privata della vita.
Anche se una maggiore vicinanza con la famiglia e il risparmio sugli spostamenti casa lavoro sono innegabili aspetti positivi, le relazioni con i colleghi in ufficio potrebbero risentire della distanza tipica del lavoro da remoto; specialmente se questa condizione è permanente.
Come cambia il team di lavoro
Ad rilevarlo, nel 2017, era già stata l’Organizzazione internazionale del lavoro: il 41% dei lavoratori da remoto affermava di subire elevati livelli stress, contro il 25% dei lavoratori in ufficio.
Si tratterebbe di uno stress solo in parte associato a maggiori livelli di produttività.
Oltre il 25% dei lavoratori da casa “regolari”, era emerso dallo stesso studio, ritengono che le conseguenze sulla salute della propria condizione lavorativa siano “prevalentemente negative”; un ben più contenuto 11% afferma il contrario.
“Saper navigare in territori sensibili, in un team virtuale, è un’abilità essenziale”, ha scritto sul sito del World economic forum l’esperta Stephanie Russell (Anglia Ruskin University), “se non si sta attenti, i problemi possono aggravarsi. Le e-mail possono essere interpretate erroneamente come maleducate o troppo dirette. E, senza un linguaggio del corpo visibile, è difficile comunicare i nostri veri intendimenti”.
“In un ambiente virtuale si tende a concentrarsi troppo sulle attività e troppo poco sulle relazioni… Con maggiore enfasi sulle scadenze e le informazioni di routine, i lavoratori da remoto potrebbero sentirsi trattati come un ingranaggio nella macchina, invece che una parte essenziale del team”, prosegue Russell, “un tale approccio di leadership può peggiorare il senso di isolamento che deriva naturalmente dal lavorare in remoto e può contribuire allo stress virtuale sul posto di lavoro”.
Consigli per il team in smart working
I responsabili delle risorse impiegate da remoto, insomma, dovrebbero essere consapevoli del fatto che lo smart worker può sentirsi sottovalutato e distante dal team.
Per questo, suggerisce Russell, pianificare videochiamate e incontri che cementino il senso di collaborazione fra colleghi non potranno che favorire il benessere nell’ambiente di lavoro virtuale.