Economia

Banche: metà dei clienti, potenziali “fedifraghi”

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Spesso riforme che dichiarano di avere un obiettivo preciso e limitato finiscono per incidere, più o meno involontariamente, su ambiti molto più ampi causando cambiamenti profondi e radicali. È questo il caso della PSD2 che, se nella denominazione sembrerebbe riferita ai soli servizi di pagamento, in realtà è la chiave mediante la quale si aprono le porte dell’open banking.

Gli italiani sono pronti a cogliere i vantaggi dell’Open Banking? Con l’ambizione di rispondere a queste domande, l’ottavo rapporto di ricerca CRIF-SDA Bocconi, a cui quest’anno partecipa anche Nomisma, si è focalizzato sull’analisi della domanda, sulle propensioni e sulle aspettative dei clienti/consumatori.

Dall’analisi condotta attraverso un questionario di 35 domande, sottoposto tra maggio ed agosto 2019, ad un campione di 1.225 rispondenti emerge che un quinto degli intervistati non ha preclusioni nel condividere proprie informazioni personali pur di ottenere vantaggi in termini di servizi innovativi e personalizzati.

“La PSD2 potenzialmente è un’autentica rivoluzione. Essa impone ai lender di rinunciare a trattare le informazioni acquisite come proprietarie ma il fattore abilitante della diffusione dell’open banking è, prima di tutto, la disponibilità della clientela a condividere i dati sulla propria posizione finanziaria complessiva – ha commentato Simone Capecchi, Executive Director di CRIF –. Il fatto che un quinto degli intervistati ha dichiarato di non avere preclusioni nel condividere le proprie informazioni conferma l’esistenza dei presupposti affinché lo scenario reso possibile dalla PSD2 si realizzi. Sta ora ai lender, e più in generale all’industry finanziaria nel suo complesso, raccogliere la sfida e soddisfare le esigenze di clienti che, giorno dopo giorno, mostrano la preferenza verso processi veloci, semplici e digitali nonché servizi “non tradizionali”, che non sono ancora stati acquistati presso gli istituti finanziari”.

Mobile payment ancora lento ad affermarsi

La ricerca copre diverse aree e fornisce risposte a molte delle domande che si è soliti porsi quando ci si interroga sulle prospettive dell’industria bancaria; si riportano di seguito alcuni spunti di riflessione:

  • Siamo sempre più sulla rete: il 92,5% degli intervistati è quotidianamente online un’ora o più;
  • L’uso di internet è prevalentemente rivolto a informarsi o stare sui social;
  • Nei comportamenti d’acquisto prevale ancora la nostalgia per il piccolo mondo antico: più della metà degli intervistati (64%) preferisce comprare beni e servizi tramite i canali tradizionali, utilizzando come principale strumento di pagamento i contanti (60%);
  • inoltre, le banche tradizionali rappresentano ancora oggi il punto di riferimento per il 50% della clientela e il 70% delle clientela è mono-bancarizzata;
  • Il nuovo avanza: più della metà del campione acquista on-line (anche se questa non rappresenta la soluzione principale) aspettandosi rapidità di servizio e convenienza di prezzo;
  • Per quanto riguarda l’uso di strumenti di pagamento diversi dal contante è consolidato l’uso delle carte (oltre i 50% usa sempre o spesso le carte di debito e si sta, anche se ancora lentamente, diffondendo l’uso di pagamenti mobile (13% ne fa uso più o meno saltuario)
  • I cambiamenti toccano anche i rapporti bancari: se l’apertura del conto avviene prevalentemente in filiale (69%) e quando si tratta di richiedere un finanziamento ancora la metà dei clienti si informa presso lo sportello fisico, se parliamo di investimenti il 61% dei consumatori preferisce informarsi sul sito della banca o attraverso comparatori.

Banche: metà dei clienti, potenziali fedifraghi

Ma se il mondo sta cambiando e al cliente si apre la possibilità di maggior mobilità e quindi di più alta volatilità nella relazione con la banca, a che punto è lo stato dei rapporti tra istituti di credito e consumatori?

Dall’analisi emerge che:

  • il 52% di clienti è soddisfatto e fedele alla propria banca con la quale è pronto a condividere informazioni per ottenere servizi bancari articolati;
  • il 48% dei clienti si divide tra un 25% di “aspiranti fedifraghi”, non molto soddisfatti ma ancora poco inclini ad aprirsi a offerte esterne, e un 23% di “delusi” molto disponibili a lasciare la propria banca se dovessero trovare offerte migliori.