Liguria, Emilia Romagna, Piemonte, Calabria, dal Nord al Sud il weekend appena trascorso ha messo in ginocchio mezza Italia. Città allagate, fiumi in piena e strade in tilt, crollato per una frana trenta metri di viadotto sulla Torino-Savona. A Venezia l’acqua alta ha toccato i 130 centimetri sul mare.
Ingenti i danni registrati in Liguria, Savona (leggi la lettera del sindaco Ilaria Caprioglio) in ginocchio e sfollati anche a Genova. Ma anche il Sud non è da meno. In Campania è straripato il fiume Sarno, mentre in Calabria gli allagamenti hanno causato non pochi disagi.
Maltempo: inizia la conta dei danni
Passata la paura è il momento di fare la conta dei danni. La prima stima della Liguria è di 330 milioni, una cifra indicata dal governatore Giovanni Toti che va ad aggiungersi ai 60 milioni per interventi più strutturali già indicati dalla Regione Liguria al governo a seguito dei danni provocati dal maltempo tra il 14 ottobre e l’8 novembre.
Oltre 202 milioni di euro di danni al patrimonio pubblico, di cui 45 milioni solo per i soccorsi e gli interventi urgenti di messa in sicurezza è invece il bilancio dell’ultima ondata di maltempo che ha colpito l’Emilia-Romagna negli ultimi giorni.
E mentre la conta dei danni continua, fa discutere un’analisi realizzata dalla Corte dei conti dal titolo “Fondo progettazione contro il dissesto 2016-2018.
Il tema del dissesto idrogeologico in Italia – si legge nella relazione – riveste particolare importanza se si considera che i dati rilevati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) hanno evidenziato l’aumento del livello di vulnerabilità del territorio del Paese e l’aumento conseguente di rischio per la popolazione.
Dissesto idrogeologico: alle regioni solo il 19,9% dei 100 milioni in dotazione
L’indagine della Corte dei Conti ha come scopo verificare lo stato di attuazione di specifici programmi d’intervento posti in essere dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) con i competenti enti territoriali, per la messa in sicurezza di aree interessate da dissesto idrogeologico.
Ebbene l’indagine ha evidenziato che le risorse effettivamente erogate alle Regioni a partire dal 2017 al 31.12.2018 rappresentano solo il 19,9% dei 100 milioni di euro in dotazione al fondo quindi emerge tutta la scarsa efficacia delle misure adottate.
Oltre a ciò, l’analisi della Corte evidenzia anche l’inadeguatezza delle procedure e la debolezza delle strutture attuative, l’assenza di adeguati controlli e monitoraggi, la mancata interoperabilità informativa tra Stato e Regioni, nonchè la difficoltà delle amministrazioni nazionali e locali di incardinare l’attività di tutela e prevenzione nelle funzioni ordinarie e il conseguente ricorso ripetuto alle gestioni commissariali.