Nel 2019, il prodotto interno lordo (Pil) è previsto aumentare dello 0,2% in termini reali, in deciso rallentamento rispetto all’anno precedente. Così l’Istat nel report dal titolo “Le prospettive per l’economia italiana nel 2019-2020” secondo cui la crescita del Pil risulterebbe in lieve accelerazione nel 2020 (+0,6%).
Economia italiana ancora in fase di crescita bassa
L’economia italiana continua a essere caratterizzata da una prolungata fase di bassa crescita della produttività dice l’istituto nazionale di statistica secondo cui nell’anno corrente, la domanda interna al netto delle scorte fornirebbe un contributo positivo alla crescita del Pil pari a 0,8 punti percentuali.
Nell’ultima parte dell’anno, l’evoluzione del Pil è attesa proseguire sui ritmi dei mesi precedenti e la crescita in media annua attestarsi allo 0,2%. La domanda interna al netto delle scorte fornirà il principale contributo positivo (+0,8 punti percentuali), con apporti simili sia dei consumi delle famiglie sia degli investimenti. In un contesto caratterizzato da un rallentamento degli scambi internazionali, il contributo della domanda estera netta risulterebbe minore (+0,2 punti percentuali).
Previsto in leggera accelerazione (+0,6%) nel 2020, il tasso di crescita del Pil è rispetto al 2019, sostenuto dai consumi e dagli investimenti, nonostante una decelerazione della crescita stimata per questi ultimi. Il contributo delle scorte è atteso ancora negativo, ma con una intensità decisamente minore (-0,2 punti percentuali) mentre il contributo estero si manterrebbe positivo (+0,1 punti percentuali).
Consumi in crescita moderata
Nel terzo trimestre del 2019, nei principali paesi europei la spesa per consumi ha mostrato invece segnali di ripresa dopo il rallentamento del precedente trimestre. La Spagna ha segnato il tasso di crescita più elevato (+0,8%) mentre i consumi delle famiglie hanno segnato aumenti di intensità simile in Francia e Germania (+0,4%) trainati dall’aumento della spesa in beni durevoli (+2,4% e +1,3% rispettivamente).
Nello stesso trimestre, i consumi delle famiglie italiane hanno seguito un andamento coerente con quello dell’area euro.
Investimenti in rallentamento
Nel 2019, l’espansione del processo di accumulazione del capitale, continua l’Istat, è prevista in rallentamento (+2,2%) rispetto all’anno precedente (+3,2%). La decelerazione degli investimenti è guidata principalmente dalla crescita contenuta della componente in macchinari mentre gli investimenti residenziali e quelli non residenziali sono previsti aumentare con intensità simile a quella dell’anno precedente.
Mercato del lavoro in miglioramento
Nel corso del 2019, il mercato del lavoro italiano ha sperimentato un andamento analogo a quello dell’area euro, caratterizzato da un miglioramento dell’occupazione e una riduzione della disoccupazione. Le unità di lavoro totali sono aumentate con un ritmo costante nei primi due trimestri (+0,2% la variazione congiunturale) per poi accelerare lievemente tra luglio e settembre (+0,3%), sostenute dalla crescita dei dipendenti (+0,3% in tutti e tre i trimestri).
Nei prossimi mesi si prevede il proseguimento della fase di miglioramento del mercato del lavoro, ma con un’intensità più contenuta. Tale andamento rifletterebbe, con un lieve differimento temporale, il progressivo rallentamento del ciclo economico.