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BCE: I TASSI SALIRANNO MA SENZA FRETTA

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FRANCOFORTE, 3 MAR – (di Carlo Maria Fenu) – L’economia fatica a riprendersi e va meno bene del previsto, a fronte di un’inflazione che mostra, per contro, un andamento abbastanza conciliante. Nonostante questo, tuttavia, i tassi di interesse di Eurolandia sono destinati a salire, anche se non nell’immediato futuro.

Questo il messaggio di fondo emerso, oggi a Francoforte, al termine della riunione del Consiglio direttivo della Bce che ha lasciato il costo del denaro invariato al minimo storico del 2%, livello a cui si trova ormai da giugno del 2003. Il presidente dell’Eurotower Jean-Claude Trichet, pragmatico come sempre, ha ribadito l’approccio attendista della banca centrale – “aspettiamo dati e numeri” – rimarcando tuttavia come sia “chiaro a tutti che a un certo punto dovremo alzare i tassi”.

Sulla tempistica di un irrigidimento della leva monetaria, però, il numero uno di Francoforte non si è scoperto, lasciando intendere che la Bce comunque non ha fretta e che prima di muoversi aspetterà che l’economia si sia ripresa dalla debolezza (“sorprendente”) evidenziata nell’ultimo semestre del 2004.

Gli analisti ritengono quindi che un ritocco all’in sù avverrà nel secondo semestre di quest’anno. Benché “sorpreso” da una crescita sostanzialmente piatta negli ultimi mesi dell’anno scorso, il board dell’Eurotower si é detto fiducioso che tale decelerazione sarà “transitoria”.

Ma non ha potuto non rivedere al ribasso le proprie previsioni di crescita sia per il 2005 (+1,6% da +1,9%) che per il 2006 (+2,1% da +2,2%). Dalla nota ufficiale diffusa al termine della riunione di oggi, del resto, sono scomparse le considerazioni ottimistiche sulle prospettive congiunturali presenti invece negli statement degli ultimi due-tre mesi.

Trichet si è detto, ciononostante, convinto che il rafforzamento della domanda interna potrebbe indicare che la ripresa economica acquisirà vigore. A chi gli ha chiesto le ragioni di tale ottimismo, il banchiere francese ha risposto che la Bce “non è ne ottimista né pessimista, ma realista”, e di prevedere una crescita economica continuata nel 2005 e nel 2006, anche perché la crescita globale resta “robusta” e le condizioni di finanziamento sono “molto favorevoli”.

Venendo all’inflazione, Trichet ha ribadito che l’andamento del costo della vita appare sostanzialmente sotto controllo e che non vi sono segnali evidenti di pressioni inflazionistiche interne. Va segnalato, in proposito, che le nuove previsioni ipotizzano un andamento dell’inflazione leggermente più favorevole rispetto alle precedenti: +1,9% (da +2%) per il 2005 e invariate a +1,6% per il 2006. Come sempre, tuttavia, la Bce segnala che permangono rischi al rialzo nel medio termine dovuti all’andamento dei prezzi del petrolio.

Nella nota di oggi non compare più il riferimento ai “prezzi insostenibili” nel settore immobiliare, anche se Trichet ha ribadito che la liquidità presente sul mercato è molto elevata e superiore a quanto necessario per sostenere una crescita non inflazionistica. Niente di veramente nuovo, invece, sul fronte dei conti pubblici e del Patto di stabilità.

Riguardo alla riforma di quest’ultimo la Bce si esprimerà solo dopo che le modifiche verranno approvate dal Consiglio Ue dei capi di stato e di governo, in programma a Bruxelles il 22 e 23 marzo, ha spiegato il presidente dell’Eurotower, rimarcando come nell’intera vicenda la Commissione abbia una “responsabilità enorme”.

Quanto ai conti pubblici, da Francoforte è giunto anche oggi l’ormai abituale monito e rimetterli in carreggiata senza indugio. Se vi sono stati, infatti, progressi su alcuni fronti, molti paesi non hanno messo in agenda un percorso di risanamento “adeguatamente ambizioso” e non puntano a conti in equilibrio, o in attivo, al termine del periodo previsto dai rispettivi programmi di stabilità. Sono necessari, quindi, sforzi maggiori. (ANSA)