Secondo l’Istat metà delle posizioni lavorative in Italia percepisce una retribuzione oraria pari o inferiore a 11,25 euro (valore mediano). Le retribuzioni orarie – dice l’Istat – sono differenti in base alle caratteristiche del contratto di lavoro. Per ognuna di tali caratteristiche si calcolano i differenziali retributivi come rapporti tra le retribuzioni mediane di diversi gruppi di lavoratori e quella del gruppo di riferimento. Lo dice l’Istat nel report sui differenziali retributivi in Italia nel 2017.
Le tipologie di lavoro più diffuse, ovvero i contratti a tempo indeterminato (pari al 65,5% dei rapporti totali) e i contratti a tempo pieno (pari al 68,3% dei rapporti totali) presentano una retribuzione oraria più alta rispetto alle altre tipologie.
In particolare, la retribuzione oraria mediana dei lavoratori con contratto full-time (11,98 euro) è del 19% superiore a quella dei part-time, mentre per i rapporti di lavoro a tempo indeterminato il differenziale retributivo è più alto del 17,4% rispetto a quelli a tempo determinato.
A livello di qualifica contrattuale nel 2017 gli impiegati e i dirigenti percepiscono una retribuzione oraria mediana pari a 14,04 euro ovvero il 65,4% in più rispetto agli apprendisti; per gli operai, che rappresentano il 62% circa delle posizioni lavorative totali, lo stesso differenziale è pari al 23,7%.