Anche se i laureati e i diplomati in materie informatiche stanno aumentando in Italia, questo incremento non basterà a colmare il crescente fabbisogno delle aziende. E’ quanto emerge dai dati dell’Osservatorio delle Competenze Digitali, condotto dalle maggiori Associazioni Ict in Italia: Aica, Anitec-Assinform, Assintel e Assinter Italia, con il contributo di Cfmt.
Per il triennio 2019-2021 si prevedono fra le 67.100 e le 94.500 richieste di figure professionali in ambito Ict, ma il sistema formativo ne fornirà meno di 82.000, di cui due terzi diplomati e un terzo laureati. Sono 9mila risorse formate in più rispetto al triennio precedente, ma ancora troppo poche.
La carenza di figure adeguate, segnala dunque l’Osservatorio, è in peggioramento, con un gap di 5.100 laureati pari al 35% del fabbisogno (era 4.400 nel 2017) e un surplus di circa 8.400 diplomati, ovvero il 95% in più di quanto necessario (era 8.000 nel 2017).
Una buona notizia è che, nel 2018, i laureati Ict sono stati in forte aumento (+14,5%), di cui 5.140 circa “specialisti” in Informatica e Ingegneria Informatica, in aumento del 16,1%. Rallenta, però, la crescita delle immatricolazioni, scendendo al 3%. Poco rispetto ai tassi a doppia cifra degli anni precedenti, mentre resta elevata la quota di studenti che una volta iscritti, decidono di gettare la spugna: il trend laureati/ immatricolati è sotto il 40% nelle triennali e attorno al 60% nelle magistrali Ict.
Crescono le opportunità
Per i giovani che riescono a completare gli studi universitari in questo settore le possibilità occupazionali si stanno moltiplicando. Nel 2018 si sono registrati in Italia circa 106.000 annunci di lavoro rivolti a profili Ict, con una crescita superiore al 27% rispetto al 2017.
Quali sono le figure più ricercate? Quasi una ogni due posizioni vacanti (46%) è relativa agli Sviluppatori software (i cosiddetti developers), che registrano quasi 49.000 web vacancy a fine 2018. Per molte piattaforme web, addirittura il 30% degli annunci di ricerca di programmatori rimane scoperto per 60 giorni o più, a indicare una mancanza di risorse adatte per ricoprire queste posizioni, si legge in una nota dell’Osservatorio. La seconda e terza posizione più ricercata dopo i developers sono quelle del digital consultant (più di 12.000 vacancy) e del digital media specialist (quasi 7.000 vacancy).
Ci sono, poi, oltre 4500 posti vacanti per le nuove professioni altamente specialistiche legate alla Trasformazione Digitale e non ancora configurate nello standard e-CF (presumibilmente entreranno nella competenza A.7-Tecnology Trend Monitoring del prossimo aggiornamento eCF): Artificial Intelligence Specialist, Big Data Specialist, Blockchain Specialist, Cloud Computing Specialist, IoT Specialist, Mobile Specialist e Robotics Specialist.
Le 10 priorità per le aziende
Dalle interviste alle aziende, spiega l’Osservatorio delle Competenze Digitali emergono alcuni interventi prioritari subito necessari:
- Rafforzare training e aggiornamento delle competenze del personale docente
- Aumentare la consapevolezza che i lavori più qualificati aumenteranno e i lavori meno qualificati saranno sostituiti da macchine intelligenti
- Stimolare l’upskilling della forza lavoro ICT nelle aziende
- Riallineare continuamente i percorsi di studio all’innovazione e all’interdisciplinarietà, anche indirizzando verso gli ITS gli studenti che abbandonano i corsi di laurea ICT
- Potenziare gli insegnamenti su nuove tecnologie, metodologie e competenze “soft”
- Assicurare un ecosistema più favorevole alla diffusione di una cultura imprenditoriale tra i professionisti dell’ICT
- Moltiplicare le opportunità per le esperienze di apprendistato
- Accrescere le opportunità di imprenditorialità digitale dei neolaureati ICT
- Creare percorsi di laurea ICT trasversali o di “filiera” (es. Cloud, Cognitive Computing)
- Promuovere network collaborativi di filiera come modelli di accelerazione