09:15 giovedì 9 Gennaio 2020

Petrolio e oro in ritirata, Brent torna sotto $60

Prezzi in discesa per il petrolio e l’oro dopo la fiammata dei giorni scorsi, in seguito alle tensioni Usa-Iran.

Il Brent apre sotto i 60 dollari dopo che nelle scorse sedute era arrivato a sfondare quota 70 dollari al barile. Questa mattina il greggio passa di mano a 59,73 dollari al barile. Già ieri sera aveva terminato in forte calo a New York, dove le quotazioni avevano perso il 4,9% a 59,61 dollari.

Anche il metallo prezioso, che sulla scia dell’attacco iraniano alle basi Usa in Iraq era salito a 1.611 dollari l’oncia, è scambiato stamane a 1.545,84 dollari (-0,68%).

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USA, richieste mutui in risalita: +6,3% in una settimana

Negli Stati Uniti, le richieste di mutui sono in aumento grazie al calo dei tassi d’interesse per la prima volta in oltre due mesi. Secondo la Mortgage Bankers Association, le richieste totali sono cresciute del 6,3%. Le domande di mutuo per l’acquisto di una casa sono particolarmente in crescita, registrando un aumento del 12% rispetto alla settimana precedente.

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Stellantis chiuderà la fabbrica di Luton nel 2025

Stellantis annuncia la chiusura della fabbrica di Luton, concentrando la produzione a Ellesmere Port per allinearsi alla transizione verso i veicoli elettrici nel Regno Unito. La decisione, influenzata dalle politiche del governo britannico, mette a rischio 1.100 posti di lavoro, ma promette nuove opportunità a Ellesmere Port.

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Borse Cina, Hong Kong chiude in positivo del 2,3. In salita anche Shanghai e Shenzhen

Le borse asiatiche mostrano segnali di crescita con Hong Kong in testa, grazie ai titoli tecnologici. Gli investitori analizzano positivamente i dati sugli utili industriali cinesi, mentre si attendono i risultati PMI. Tra i titoli, Alibaba, JD e Meituan registrano forti guadagni, mentre Nio ed Easou Technology calano.

10:50
Volkswagen cede le attività nello Xinjiang, in Cina

Volkswagen ha annunciato la vendita delle sue operazioni nella regione cinese dello Xinjiang, luogo di accuse di violazioni dei diritti umani, citando motivi economici e di riallineamento strategico. La decisione coinvolge uno stabilimento a Urumqi e una pista di prova a Turpan, ceduti a un’azienda cinese.

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